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Moda, Balestra:"Nessuna frattura con giovani, passato è vivo e saldamente al lavoro"

16 settembre 2020 | 20.36
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Moda, Balestra:

Alta moda addio nella capitale e spazio ai giovani nella Fashion Week romana, come sottolineato dal presidente di Altaroma, Silvia Venturini Fendi e più volte ribadito anche dal presidente della Camera di commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. "L'alta moda è nata nella capitale -ha ricordato Tagliavanti- una stagione unica, fantastica e irripetibile, ma è inutile vivere nella nostalgia".

"Largo ai giovani -conferma all'Adnkronos lo stilista Renato Balestra, tra i nostri maggiori couturier- ma non dimentichiamo che il passato è vivo, attuale, saldamente al lavoro e attivissimo, ancora sulla breccia e in evoluzione. Non è un passato stratificato nei secoli -aggiunge sorridendo- anche se bisognerebbe valorizzare anche quello. E' il patrimonio di un Paese".

"Io trovo che sia giusto spingere i giovani -continua Renato Balestra- è anche di moda. Anche se molti di loro non fanno più l'haute couture. Penso, comunque, che i grandi vecchi possano condividere con i giovani strade comuni". No a fratture generazionali, dunque, piuttosto bisognerebbe creare delle sinergie tra i grandissimi stilisti che continuano a fare la storia del nostro Made in Italy e le nuove generazioni. "Mi preoccupano le fratture -spiega ancora Balestra- non hanno tempo. Se ci fossero dei giovani meritevoli siamo tutti a braccia aperte ad accoglierli anche all'interno delle nostre maison".

I tempi stanno condizionando l'alta moda? "Senz'altro -risponde lo stilista romano d'adozione- sta cambiando la mentalità, il modo di vestire, l''etichetta' del vivere. Certo la moda sta cambiando, è un periodo di transizione e di evoluzione. Ma aspettiamo che il Covid faccia il suo corso e poi ne riparleremo anche se sono convinto -conclude- che la bellezza non si estinguerà".

E' d'accordo Roberto Capucci, decano dei grandi maestri del Made in Italy (classe 1930) e in un'intervista all'Adnkronos al Festival dei Due Mondi di Spoleto prima del debutto dello spettacolo 'Le creature di Prometeo - Le creature di Capucci', di cui aveva curato i costumi confessava: "L'alta moda non è finita. Semplicemente oggi mancano le occasioni. Ci sono meno balli, meno ricevimenti. L'aristocrazia si è ritirata. Ricordo che nel 1954 cominciai a vestire la principessa Pallavicini. Mai abiti scollati, mai abiti neri, vita strettissima e coda. 'Perché maestro -mi disse- una dama deve sempre avere un pò di coda'. E se gliela calpestano principessa? -le dissi- 'un signore non calpesta mai una coda ad una dama -mi rispose- sta attento'. Al di là di questo aneddoto -ha proseguito Roberto Capucci- oggi le donne si vestono e si svestono. Si coprono d'inverno e si spogliano d'estate. Tutte le donne che ho vestito avevano una loro forza, una loro personalità che le rendevano uniche e speciali come l'attrice Silvana Mangano. Tutto questo oggi, a mio avviso, non esiste più".

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