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La musica di Lucia Ronchetti 'sfila' a Parigi da Dior

29 settembre 2020 | 19.51
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La compositrice italiana Lucia Ronchetti
La compositrice italiana Lucia Ronchetti

Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica delle collezioni donna Dior, ha ideato una nuova forma drammaturgica per il suo ultimissimo progetto presentato durante la Paris Fashion Week questo pomeriggio al Jardin des Tuileries. Nella Vetrata di poesia visiva commissionata all’artista e poetessa Lucia Marcucci per lo spazio Dior, l’Ensemble Sequenza 9.3 diretto da Catherine Simonpietri ha eseguito dal vivo 'Sangu di rosa' di Lucia Ronchetti, composizione per coro di voci femminili.

Non più una sfilata tradizionale, Dior presenta una nuova forma di site-specific performance (guarda), il cui luogo deputato è un duomo visivo con vetrate animate da frammenti figurali e testi di Lucia Marcucci, all’interno del quale, in linee concentriche e secondo la coreografia rituale dei défilé, si muovono diversi personaggi, performer e vocalist che indossano vestiti e costumi creati da Maria Grazia Chiuri.

Commissione del Ministero della cultura francese 2019, 'Sangu di rosa' di Lucia Ronchetti mette in musica i testi dei Voceri tradizionali còrsi, uno dei più importanti repertori musicali legati alle cerimonie funebri dell’isola, un linguaggio scultoreo, visionario, ruvido, che prevede una emissione vocale potente e profonda, specchio della cultura e delle antiche tradizioni del popolo còrso. Una partitura dunque dal forte impatto emotivo nell’esecuzione dal vivo delle coriste dell’Ensemble vocale Sequenza 9.3 dirette dalla còrsa Catherine Simonpietri.

“Per me è un grande onore ed una grande sorpresa poter lavorare con una artista visionaria e influente come Maria Grazia Chiuri, che offre la possibilità alla mia musica di valicare ‘l’hortus conclusus’ della musica contemporanea e di essere esposta ad un pubblico molto vasto - dichiara Lucia Ronchetti - Sono felice di essere parte di un nuovo progetto performativo, un teatro senza parole ma costruito su diversi rituali storicizzati, ora riuniti in una sovrapposizione complessa e dinamica”.

“Nell’ambito della sperimentazione del teatro e del teatro musicale contemporaneo, questo evento segna un nuovo passaggio, un iter complesso e straordinario – prosegue la Ronchetti - Non è un teatro di parola, ma un teatro di visioni, luci e suoni. I costumi sono ora in primo piano, è una collezione d’artista di raffinatissimo segno e altamente innovativa ma, allo stesso tempo, è destinata ad un pubblico di non professionisti.”

La prima esecuzione di 'Sangu di rosa' ha preceduto di qualche giorno la sfilata Dior. Affidato sempre alla Simonpietri e all’Ensemble Sequenza 9.3, apprezzata formazione vocale dedita in particolare al repertorio contemporaneo, 'Sangu di rosa' è stato eseguito in prima assoluta alla Chiesa Saint-Leu-Saint-Gilles di Parigi lo scorso 25 settembre, il giorno successivo la prima esecuzione radiofonica dal vivo su France Musique nell’ambito della trasmissione “Générations France Musique”.

I Voceri popolari còrsi rappresentano uno dei più importanti repertori musicali legati alle cerimonie funebri, sia per la potenza e originalità della musica che per la complessità e drammaturgia dei testi. A partire dal 1838, lo storico e linguista Niccolò Tommaseo analizzò e trascrisse molti voceri, assistendo a diverse lamentazioni funebri durante il suo soggiorno in Corsica. Donne povere ed analfabete, in lutto per la perdita del marito o di uno dei figli, davano vita ad un complesso canto monodico, caratterizzato da un virtuosismo vocale basato su emissioni vocali violente e drammatiche.

Donne alienate da una durissima esistenza di lavoro domestico, silenzio e accettazione, nel momento della perdita della persona cara, per la prima volta davano pubblico sfogo al proprio dolore, con un linguaggio scultoreo e visionario, una emissione vocale potente e profonda, tale da coinvolgere e far vibrare l’intero corpo. L’interprete del vocero appariva devastata dal dolore, posseduta da visioni blasfeme, invasa da una volontà di vendetta, e generava affreschi vocali primordiali ed inediti, fortemente teatrali.

Il linguaggio dei voceri còrsi, come traslitterato da Tommaseo, è duro, ruvido ed evocatorio, con un vasto range acustico, dominato dalla vocale “u”. Il vocero appare come un diamante vocale nero e misterioso, un labirinto di parole forti e suoni gutturali che paralizzano l’ascoltatore e portano alla luce l’anima affranta e il destino drammatico della donna.

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