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Sanità: Sin, razionalizzare punti nascita per sicurezza madre e bambino

17 febbraio 2014 | 18.09
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Sanità: Sin, razionalizzare punti nascita per sicurezza madre e bambino

Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) - "Razionalizzare i punti nascita è una necessità per la sicurezza di madre e bambino". I neonatologi italiani si uniscono alla protesta di ginecologi e ostetriche per la mancata chiusura delle strutture con meno di 1.000 nati all'anno. La Società italiana di neonatologia (Sin), infatti, a un anno dallo sciopero nazionale del personale delle sale parto pubbliche e private, si schiera con i colleghi contro la mancata chiusura dei punti nascita dove avvengono poche centinaia di parti l'anno. "Da anni la Sin si sta battendo perché si riducano o si eliminino i punti nascita con meno di 1.000 parti l'anno", afferma Costantino Romagnoli, presidente della Sin, docente di Clinica pediatrica all'Università Cattolica di Roma e direttore dell'Unità operativa di terapia intensiva neonatale (Tin) del Policlinico Gemelli.

"Questo - spiega - porterebbe ad un migliore utilizzo delle risorse economiche ed umane, migliorerebbe la qualità delle prestazioni sanitarie e, soprattutto, porterebbe ad una riduzione dei rischi di contenziosi medico-legali". Il maggior ostacolo nella razionalizzazione dei punti nascita, secondo la Sin, è nella mancata attuazione dell'Accordo Stato-Regioni. "Nonostante l'impegno dei presidenti delle Regioni italiane e della Sin, le proposte fatte trovano quasi sempre l'opposizione delle autorità regionali che sono quelle dedicate a legiferare in campo sanitario - continua Romagnoli - Il Governo centrale emana degli indirizzi, ma le singole Regioni si ritengono autonome nell'applicarle o meno. In questo gioco la voce delle società scientifiche, spesso coinvolte in tavoli tecnici, viene ascoltata molto poco se non per nulla".

L'autonomia regionale si riflette anche sui comportamenti assicurativi a danno dei sanitari. "Si è calcolato - continua Romagnoli - che di tutti i contenziosi medico-legali che coinvolgono i neonatologi/pediatri meno del 5% si conclude con il riconoscimento di una colpa, non sempre grave. Tuttavia la mole di contenziosi che vengono sollevati nella speranza di un indennizzo, sempre più facile, pesa in modo determinante sui bilanci delle società assicuratrici che stanno progressivamente abbandonando il mercato sanitario. Di qui le auto-assicurazioni delle aziende con ripercussioni negative sui sanitari".

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