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"I manichini dei negozi spingono all'anoressia", 17enne lancia petizione per cambiarli

04 dicembre 2015 | 10.54
LETTURA: 4 minuti

Chissà a quanti è capitato di rimanere colpiti da un paio di jeans in vetrina e di entrare a provarli, per poi deprimersi davanti allo specchio del camerino per l'effetto che fanno addosso. Eppure sul manichino erano così belli. In un attimo ci si rende conto che il proprio fisico è lontano anni luce dalla perfezione. E la voglia di shopping lascia il posto alla frustrazione, spingendo dritti dritti all'anoressia. Parte con queste parole l'appello di una 17enne spagnola che ha lanciato una petizione su change.org per chiedere a una catena di abbigliamento di cambiare i manichini nelle vetrine dei propri negozi. Raccogliendo circa 112mila firme e spingendo il colosso a fornire rapidamente una risposta.

"Proprio l'altro giorno - scrive la ragazza - guardando una vetrina, sono rimasta letteralmente scioccata. Le gambe dei manichini erano quasi più sottili del mio braccio. E io ho un fisico assolutamente normale. Questa cosa mi ha fatto riflettere sui canoni di bellezza che vengono imposti dalla società".

"Ogni giorno - continua la 17enne - aumentano casi di anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari, oltre a una vera e propria ossessione per l'aspetto e la forma fisica. Io ho solo 17 anni, ma ho già assistito a più di 12 casi di persone a me vicine affette da disturbi alimentari". E non solo: "Sono convinta che se si facesse una ricerca nelle scuole, emergerebbe che più della metà degli studenti soffre, magari in silenzio, a causa della bassa stima che hanno di sé stessi".

Tutto ciò, osserva la ragazza, perché "gli stereotipi che la società ci impone ci stanno rendendo la vita sempre più difficile. E tra le cause di questo ideale impossibile di bellezza, ci sono anche i manichini che vediamo nelle vetrine dei negozi". "Cambiarli - conclude la giovane - probabilmente non avrà il potere di fare da spartiacque, ma di certo aiuterebbe molti ad imparare ad accettarsi per come sono".

Sulla stessa pagina della petizione, il colosso di abbigliamento ha pubblicato quindi un post di risposta, spiegando di essere "molto sensibile" a tutti gli aspetti relativi alla salute: "Negli ultimi anni - si legge - il Gruppo ha partecipato a diverse iniziative, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private e continuerà a fare ogni sforzo per continuare a migliorare".

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