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Nel monastero del Trecento sulle tracce dell’estinzione dei dinosauri

30 marzo 2015 | 08.58
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A Gubbio in mostra resti fossili di carnivori ed erbivori scoperti in Patagonia. Il più antico il piccolo Eoraptor Lunensis (età 225 milioni di anni). Aperta fino al 17 maggio e poi dal 15 settembre 2015 al 30 giugno 2016

Nel monastero del Trecento sulle tracce dell’estinzione dei dinosauri

Si chiude il 17 maggio la prima fase della mostra “Dinosauri a Gubbio. Sulle tracce dell’estinzione” (www.dinosauriagubbio.com/) che riaprirà il 15 settembre per proseguire fino al 30 giugno 2016. Ospitata nell’antico Monastero olivetano di San Benedetto (risalente al XIV sec.) espone esemplari fossili per la maggior parte provenienti dalla Patagonia, permettendo di osservare le caratteristiche morfologiche di grandi erbivori e carnivori nella loro altezza naturale. Si parte dai più antichi come i piccoli Eoraptor Lunensis (età 225 milioni di anni) a quelli più recenti, come l’enorme scheletro, lungo 15 metri, di Gigantosaurus Carolinii (“solo” 100 milioni di anni). Femori, vertebre e crani di diversi altri dinosauri, con le ricostruzioni originali degli ambienti e delle forme di questi animali nei vari stadi evolutivi, arricchiscono ulteriormente la mostra aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, il sabato e domenica dalle 10 alle 19. Il percorso museale si collega alla vicina Gola del Bottaccione, la cui formazione risale al Cretaceo e nelle cui rocce sono state rilevate tracce di iridio, raro sulla superficie terrestre ma molto comune in meteoriti e asteroidi indicati come possibile causa della scomparsa di gran parte della fauna terrestre 65 milioni e mezzo di anni fa. Per scoprirla vengono proposti itinerari per singoli, gruppi, famiglie e scuole.

(Adnkronos/Travelnews24.it)

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