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Premi: Magna Grecia Awards a madre Ciro Esposito, sport non è violenza

08 marzo 2015 | 16.05
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Antonella Leardi: "Voglio dire ai giovani di impegnarsi a migliorare le tifoserie". E sottolinea: "Bisognerebbe guardarsi un po' intorno, vedere negli ospedali la sofferenza della gente e concentrarsi sulle cose più necessarie della vita"

Antonella Leardi
Antonella Leardi

"Voglio dire ai giovani di impegnarsi a migliorare le tifoserie ma soprattutto di dare una svolta, perché lo sport non è assolutamente violenza, ma aggregazione, gioia e vita non morte". Lo dice all'Adnkronos Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito a morte il 3 maggio scorso prima della finale di Coppa Italia.

Per il suo impegno contro ogni forma di violenza venerdì 20 marzo al Teatro Orfeo di Taranto Leardi riceverà il premio Eccellenza Franco Salvatore nell'ambito del Magna Grecia Awards.

Commentando le bombe carta lanciate lunedì sera all'Olimpico durante Roma-Juve e le devastazioni nella Capitale degli ultrà del Feyenoord, Leardi sottolinea: "Dovrebbero esserci più sorveglianza e più controllo. Quando è successo quello che è successo a Ciro non c'era nessuno. Ma - aggiunge - devono essere anche gli stessi ragazzi che vanno a vedere le partite che non devono avere questo spirito così violento che per me è assurdo".

Queste violenze, secondo Leardi, "nascono dalle frustrazioni di chi non riesce a mettersi in gioco nella vita e magari si va a sfogare negli spalti di uno stadio".

Violenze che possono essere anche solo verbali come alcuni cori che si ascoltano durante le partite. "Bisognerebbe guardarsi un po' intorno - osserva la madre di Ciro - vedere negli ospedali la sofferenza della gente e concentrarsi sulle cose più necessarie della vita senza offendere nessuno con la bocca perché non si uccide solo con la pistola ma anche con gesti e parole".

Parlando del processo per la morte di Ciro, Leardi afferma: "Mi aspetto che venga fatta giustizia nel pieno significato della parola, io ancora me lo aspetto e questo è uno dei motivi che mi dà la forza di andare avanti. Rivendicazioni no - aggiunge - perché mi macchierei anche io di omicidio e io - conclude - non voglio macchiarmi del sangue di nessuno, soprattutto nel nome di mio figlio che è morto in pace".

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