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Malattie infettive, in Lombardia un'Agenzia che guarda all'Ue

06 giugno 2022 | 17.17
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Fontana e Moratti: "Progetto bandiera, avrà sede al Sacco di Milano e sarà operativa da ottobre. Pronti in caso di future epidemie". L'immunologo Abrignani: "Sarà come un'assicurazione antincendio"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

L'Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive "è un progetto unico". Nasce in Lombardia ed è "la prima agenzia che viene istituita nel nostro Paese" per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. "E' un progetto che la Lombardia ha presentato al Governo. E il Governo lo ha classificato come progetto bandiera ed è diventato un progetto nazionale che vuole essere fortemente collegato all'Europa". Con queste parole il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, hanno presentato oggi i dettagli della nuova realtà che muove i primi passi nella regione, con lo sguardo rivolto verso l'Ue.

"L'Europa si è dotata di un'agenzia che si chiama Hera", Health Emergency Preparedness and Response Authority, "per la preparazione a eventuali future pandemie". Questa entità europea "metterà in rete le agenzie dei singoli Paesi. La Regione Lombardia - annuncia Moratti - ha già preso contatto e ci candidiamo a essere una delle agenzie collegate con Hera". Questo, illustra la vicepresidente della Lombardia, "significa dare un contributo per l'elaborazione delle politiche comunitarie sul tema della preparazione rispetto alle pandemie e significa anche poter accedere attraverso bandi a fondi comunitari importanti, perché su questo progetto l'Ue per i prossimi anni ha messo 30 miliardi di euro. Il collegamento con Hera per questa agenzia è estremamente importante".

SEDE ALL'OSPEDALE SACCO DI MILANO - L'agenzia è nata con la legge regionale 22/2021. E, aggiunge Fontana, "verrà costituita all'ospedale Sacco di Milano", centro di riferimento nazionale per le emergenze infettivologiche, insieme allo Spallanzani di Roma.

"La Regione Lombardia investirà 85 milioni di euro. Sarà un'ulteriore manifestazione dell'attenzione che noi diamo al settore sanità e in modo particolare alla prevenzione di eventuali nuove epidemie", sottolinea Fontana. "E' un'agenzia - evidenzia il governatore - che va ulteriormente a rafforzare la prevalenza che la Lombardia ha nelle scienze della vita e sarà un ulteriore stimolo per i nostri ricercatori, virologi e infettivologi. La cosa importante è che coinvolge tutte le branche che hanno a che fare con le malattie infettive. L'attività di questa agenzia inizierà subito formalmente, con tutti i passi propedeutici che verranno realizzati poco per volta. Ringrazio la vicepresidente" Moratti, "che da sempre ha creduto a questo progetto e per questo progetto si è battuta con la massima determinazione ed è riuscita a convincere il Governo dell'opportunità che questa iniziativa si realizzasse proprio a Milano".

L'obiettivo, aggiunge Moratti, "è che l'agenzia sia operativa dall'1 ottobre. Potrà contare inizialmente su uno staff di 20 persone". Sono 7 i settori in cui è articolata: prevenzione, clinica, ricerca, politica sanitaria, promozione e difesa della salute, governance e partening, e infine didattica, formazione ed educazione. Quanto ai suoi organi, l'agenzia avrà un Consiglio di amministrazione di 5 componenti, 3 designati dalla Regione Lombardia e uno ciascuno dal ministero della Salute e dal ministero dell'Università e della Ricerca. Ci sarà poi un direttore generale, un collegio sindacale e il direttore scientifico, che è responsabile di tutta l'attività di ricerca e sarà individuato con selezione pubblica tra professionisti in possesso di comprovate capacità scientifiche e manageriali. Il direttore scientifico sarà il coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell'agenzia.

IL COLLEGAMENTO CON HERA E L'UE - "Pensiamo di poter essere uno dei soggetti nazionali della rete su cui Hera intende appoggiarsi, perché di fatto ci stiamo strutturando per esserlo dal punto di vista della mission e finalità. Lavoreremo per questo", chiarisce Moratti. A livello nazionale, interviene il direttore generale Welfare della Regione, Giovanni Pavesi, "il collegamento è molto forte e abbiamo lavorato d'intesa con Giuseppe Ippolito", Dg ricerca del ministero della Salute, "e l'Istituto superiore di sanità è informato di tutti i passaggi fatti".

L'agenzia si occuperà di ricerca, studio e preparazione del sistema sanitario per affrontare eventuali nuove pandemie ed emergenze sanitarie e lavorerà "in sinergia con centri di ricerca, università, soggetti pubblici e privati, con tutte le strutture della regione", elenca Moratti. Il progetto nasce dall'ascolto di diversi professionisti (Moratti cita in particolare il contributo dell'immunologo Sergio Abrignani e dell'infettivologo Andrea Gori) non solo del settore, ma anche esperti di analisi, dati e intelligenza artificiale, esperti veterinari, ambientali.

ONE HEALTH E TECNOLOGIA - La logica è quella di 'One Health' e in questa direzione tra le mission dell'agenzia ci sono per esempio proposte di miglioramento ambientale e di riduzione dei rischi di zoonosi. La formazione è un altro aspetto su cui Moratti mette l'accento. L'agenzia spazierà da temi come il contrasto all'antibioticoresistenza fino al trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca. E molto rilievo verrà dato al contributo che può arrivare dal mondo dell'It.

Moratti cita per esempio l'elaborazione di sistemi di alert epidemiologici: "Pensiamo a quello che è successo con Covid - ricorda - Noi avevamo delle anomalie nell'ambito delle polmoniti, ma non siamo stati in grado" di leggerle "perché non avevamo gli strumenti. La Lombardia è stata colpita per prima e non c'erano evidenze, non avevamo elementi per capire. Ecco, avere un sistema di alert di questo tipo servirà proprio ad avere la possibilità di leggere i dati in maniera tale da capire se ci sono anomalie e rispondere con interventi". La tecnologia sarà alleata in questo. Parola d'ordine: intelligenza artificiale e machine learning.

Qual è il percorso che resta da fare? La Giunta lombarda ha approvato lo statuto, l'organigramma e la sede dell'agenzia. "I prossimi passi saranno l'insediamento degli uffici al Sacco, l'avvio della progettazione grazie al finanziamento di un milione di euro già stanziato con una delibera di febbraio, la nomina del Dg, il bando per la nomina dei componenti del Cda, per il direttore scientifico e per il collegio sindacale", dice Moratti. I tempi, conclude il Dg Pavesi, "sono dunque quelli tecnici dei bandi. Partiamo subito perché al Sacco abbiamo spazi esistenti già a disposizione. E verrà realizzata una struttura, ma per questo i tempi sono più lunghi. Qualche forma di integrazione la faremo, come anche sul fronte dell'amministrazione non intendiamo caricarci di costi inutili. Vogliamo diventare operativi molto velocemente".

L'IMMUNOLOGO ABRIGNANI: "COME UN'ASSICURAZIONE ANTINCENDIO" -

"Come una grande assicurazione antincendio, come un casco per chi va in moto. Sono strumenti che speri di non usare mai, ma che è importante e salvavita avere". Ecco come si può descrivere, secondo l'immunologo Sergio Abrignani, il senso di avere un'Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, come quella che muove i suoi primi passi in Lombardia. L'esperto, ordinario di Patologia generale all'università degli Studi di Milano, usa questa metafora. E' lui una delle "anime" del progetto nella sua fase preparatoria, citato dalla vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti, che oggi ha presentato durante un incontro questa nuova realtà.

Tutto questo, spiega Abrignani all'Adnkronos Salute, "serve a farci trovare più preparati davanti a situazioni come quella vissuta nei primi mesi del 2020 con Covid". Il modo in cui è partita l'organizzazione di questa agenzia è esplicativo di questo. "Si è detto: mettiamo attorno a un tavolo i principali esperti di diverse aree, dall'epidemiologia all'infettivologia e alla virologia, dall'immunologia alla terapia intensiva", da esperti di big data "a esperti di antibiotici e vaccini, e chiediamo loro cosa non ha funzionato in quei mesi del 2020", quando la Lombardia ha scoperto il suo 'paziente 1' di Covid e si è ritrovata nel giro di pochissimo travolta da un'ondata di malati gravi.

Questa è stata dunque la premessa: partire da quello che non funziona e colmare il vuoto. "Abbiamo redatto un documento - racconta l'immunologo - dove abbiamo messo per iscritto proprio ciò che non ha funzionato in ciascuna di queste aree, almeno una decina, partendo dal presupposto che non dovrà accadere di nuovo" di trovarsi davanti a un evento come un nuovo virus "in modo così drammatico e inatteso. C'è sempre una sopresa all'inizio ed era impossibile che non ci fosse, ma l'idea è arrivare ad essere più preparati a queste evenienze e non subirle con stupore ma affrontarle con attenzione estrema e non panico. Quello che è successo in Lombardia è successo in qualsiasi Paese europeo, eravamo tutti impreparati. Dobbiamo reagire in modo più strutturato e l'agenzia nasce con questo spirito. E' chiaro che quando arriva una cosa nuova la inseguiamo, ma avere un metodo su come farlo è forse la chiave".

"Quando si parla di preparazione alle emergenze sanitarie, è importante avere una struttura che consenta di cogliere i segnali di pericolo, non quando ormai sono devastanti, ma quando sono ancora relativamente deboli", osserva Abrignani che per fare un esempio calzante torna nuovamente a Covid: "Non può essere che ci siano centinaia di casi di polmoniti atipiche e che non scatti l'allarme".

Per lo scienziato italiano, dunque, la parola d'ordine è: "'Intelligence alarm', un'organizzazione che in molti casi si basa su sistemi elementari di intelligenza artificiale, che fa scattare l'allarme quando c'è un sistema di raccolta dati che arriva a un'agenzia e rileva eventuali anomalie. E' quello che faremo non solo a livello regionale, ma nazionale. Un sistema che intercetti segnali di allerta se c'è un numero anomalo di epatiti nei bimbi o casi anomali legati a un virus noto come il vaiolo delle scimmie", per fare esempi legati proprio alla cronaca degli ultimi mesi, "o un altro nuovo virus".

Questa è una delle missioni dell'agenzia, "una delle cose, la più immediata, ma non l'unica. L'agenzia - conclude l'immunologo - lavora sul territorio, in rete. Penso che possa essere un bel servizio alla regione e al Paese, sono convinto che sia utile e importante. Ed è fondamentale coordinarsi a livello interregionale ed europeo per una corretta risposta" a minacce future, "perché le malattie infettive non si fermano ai confini".

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