cerca CERCA
Giovedì 18 Aprile 2024
Aggiornato: 16:59
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Malattie rare: Cln, terapia enzimatica può arrestare progressione

26 ottobre 2017 | 18.50
LETTURA: 4 minuti

Malattie rare: Cln, terapia enzimatica può arrestare progressione

Le ceroidolipofuscinosi neuronali (Cln) sono rare malattie neurodegenerative. Oggi i bimbi che ne soffrono hanno un'aspettativa di vita di 10-15 anni, ma per loro il futuro potrebbe essere diverso. I risultati di una prima sperimentazione clinica mostrano infatti che la terapia enzimatica sostitutiva cerliponase alfa può anche arrestare la progressione della malattia. Due trial sono in corso per valutare i benefici del trattamento nel lungo termine e nei fratelli di bambini che presentano la mutazione, ma sono asintomatici. Il punto è stato fatto durante il terzo Congresso nazionale sulle Cln, promosso e organizzato dall'Associazione nazionale ceroidolipofuscinosi neuronali (A-Ncl) e svoltosi a Roma il 14 ottobre.

Esistono 13 forme diverse di ceroidolipofuscinosi neuronali, di cui 10 a esordio infantile, spiegano dall'Osservatorio malattie rare (Omar). Pur avendo basi genetiche e meccanismi patogenetici differenti, tutte si caratterizzano per l'accumulo di sostanze all'interno delle cellule dell'organismo. In Italia, il numero di casi annui è di circa 1 ogni 100 mila nuovi nati e a forma più frequente nel nostro Paese è la Cln2 (22% dei casi). Questa variante, dovuta a mutazioni nel gene Tpp1, inizia a manifestarsi a 2 o 3 anni di età: se entrambi i genitori presentano una sola copia del gene mutato, il figlio avrà una probabilità del 25% di essere malato.

"Le famiglie con un ragazzo affetto da ceroidolipofuscinosi neuronale assistono al suo graduale peggioramento. Si tratta di una sequenza più o meno rapida di perdite funzionali e cognitive difficili da sostenere, anche e soprattutto per le famiglie dei malati che, oltre all'aspetto psicologico, devono affrontare una serie di interventi medici - sottolinea Saverio Bisceglia, presidente dell'Associazione nazionale ceroidolipofuscinosi neuronali - Nonostante queste enormi difficoltà, negli ultimi anni la situazione complessiva della patologia è notevolmente migliorata. Rispetto a una decina di anni fa, infatti, le ceroidolipofuscinosi iniziano a essere conosciute e diagnosticate con maggior rapidità".

"La diagnosi precoce è importantissima, soprattutto per la ceroidolipofuscinosi di tipo 2; al momento, infatti, la sperimentazione della terapia enzimatica sostitutiva sta dando ottimi risultati - riferisce Nicola Specchio, specialista in Neurologia all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - I primi risultati di questa sperimentazione con cerliponase alfa, iniziata nel settembre 2014 e attualmente in corso, hanno confermato che, grazie alla somministrazione di questo farmaco, è possibile arrestare la progressione della malattia. Il trattamento determina un significativo rallentamento dell'evoluzione della malattia, ma non è in grado di ristabilire le condizioni neurologiche originarie del bimbo. L'aspettativa di vita dei soggetti si allunga molto".

La sperimentazione clinica sta coinvolgendo solo in 4 centri nel mondo, uno di questi è il Bambino Gesù. "Il trial - chiarisce Specchio - durerà almeno fino al 2020, ma prima di questa data saremo in grado di fornire il farmaco a tutti i pazienti". In Italia cerliponase alfa è in attesa di ricevere l'Autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ma i pazienti con diagnosi di Cln2 per i quali il medico ritenga che il farmaco rappresenti una speranza possono accedere alla terapia secondo quanto previsto dalla legge 326/2003. Cerliponase alfa, infatti, è stato inserito in un programma di 'Early access' che prevede che il costo del farmaco ricada in un apposito fondo di Aifa.

Per il futuro si spera anche nella combinazione della terapia enzimatica sostitutiva, già in stadio avanzato, con la terapia genica. "Attualmente, per quanto riguarda la terapia genica, è in fase di reclutamento uno studio relativo a un vettore virale che contiene uno dei geni tipici della ceroidolipofuscinosi, Tpp1, le cui alterazioni causano la forma infantile Cln2 - afferma Filippo Santorelli, responsabile dell'Unità operativa di Medicina molecolare e malattie neurodegenerative all'Università di Pisa - A differenza della terapia enzimatica, la terapia genica è ancora ai primi stadi di sperimentazione. Tuttavia è ipotizzabile che nessuna delle due opzioni potrà fornire per sé risultati tali da guarire tutti i nostri bambini. Pensiamo invece che, come già in molte altre malattie lisosomiali e da accumulo, la combinazione delle due potrebbe rappresentare il 'cocktail vincente' nei prossimi 5 anni", conclude Santorelli.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza