(Aki) - Nuovi scontri tra esercito e ribelli tuareg separatisti si sono registrati questa mattina a Kidal, nel nord del Mali, dopo una tregua seguita alle violenze cui si e' assistito sabato in citta' e che hanno causato la morte di 36 persone, di cui otto militari. "L'esercito maliano ha sparato per primo. Abbiamo risposto. E' guerra", ha dichiarato Moussa Ag Assarid, portavoce del Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad (Mnla), uno dei gruppi autonomisti della regione. La notizia e' stata confermata alla 'Dpa' da un portavoce del ministero maliano della Difesa, che ha preferito mantenere l'anonimato, e da Minusma, la task force dell'Onu che ha cercato di mediare una tregua dopo gli episodi di sabato.
"Tutto e' cominciato con diversi spari. Non so se abbiano colpito qualcosa. Siamo terrorizzati, da diversi giorni abbiamo paura. Semplicemente ci nascondiamo nelle nostre case", ha detto un abitante di Kidal. Sabato i ribelli dell'Mnla hanno attaccato la sede del governo in occasione della visita del premier maliano Moussa Mara per protestare contro le autorita' che non avrebbero mantenuto la promessa di negoziare il futuro della regione. Lo stesso giorno 28 funzionari maliani sono stati presi in ostaggio per essere poi rilasciati lunedi' "per motivi umanitari" e come "gesto di buona volonta' verso il popolo maliano", ha detto un portavoce del gruppo ribelle.
A gennaio 2012 i ribelli separatisti tuareg dell'Mnla hanno dichiarato guerra al governo centrale di Bamako nel nord del Mali, conflitto che ha spianato la strada all'occupazione della regione da parte delle sigle estremiste islamiche. Questo ha spinto la Francia a intervenire con l'operazione Serval per fermare l'avanzata dei jihadisti, intervento coadiuvato da Minusma. A giugno 2013, ribelli e governo hanno firmato gli accordi di Ouagadougou con cui i gruppi separatisti hanno riconosciuto l'integrita' territoriale del Mali, ma a Kidal le autorita' faticano a estendere il loro controllo.
