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Maltempo: Coldiretti, è calamità nei campi, aziende sott'acqua

07 febbraio 2015 | 11.10
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Serre crollate, verdure distrutte, campi allagati e foraggi perduti dalla Campania alle Marche fino all’Emilia Romagna: le aziende agricole sono finite sott’acqua per effetto delle precipitazioni che hanno fatto tracimare i fiumi provocando allagamenti a macchia di leopardo di campi coltivati. E' il primo bilancio che traccia la Coldiretti che ha effettuato un monoraggio sugli effetti del maltempo e che segnala la necessità di verificare le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nelle zone piu’ colpite.

Oltre ai campi allagati, serre crollate, verdure distrutte e il foraggio per l’alimentazione degli animali perduto, la Coldiretti evidenzia le difficoltà di circolazione nelle aree interne con la consegna dei prodotti raccolti, create da frane e smottamenti. La situazione più difficile si riscontra in Emilia-Romagna dove alle forti nevicate si è aggiunta l’acqua che è tracimando dai corsi d’acqua della Romagna a causa di una marea che è due metri sopra il piano campagna, aggravata da un vento contrario che impedisce ai corsi d’acqua di sfociare in mare.

Forti criticità, informa ancora la Coldiretti, sono presenti nel cesenate, con smottamenti lungo la vallata del Savio dove alcune aziende agricole sono isolate a causa di una frana lungo la provinciale per Saiano e nelle campagne di Cesenatico dove sott'acqua sono finite colture specializzate, in particolare molti frutteti. Per il forte vento è crollata una serra di 2000 metri quadrati a Castel Bolognese mentre nell’Imolese alcune abitazioni rurali sono senza luce ed acqua.

Nelle Marche sono numerosi, riferisce la Coldiretti, i campi andati sott’acqua soprattutto nella valle del Foglia e in quella del Misa mentre in Campania l’intera provincia di Salerno è finita sott'acqua per l'esondazione del Sele.

La Coldiretti rileva che sono circa 200 gli ettari di coltivazioni - soprattutto insalate per la quarta gamma e verdure pronte per l'uso - andate perdute, con danni di circa 200 mila euro per ettaro. Danneggiati anche numerosi allevatori che hanno perso foraggi e numerosi capi di bestiame, soprattutto pecore.

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