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Trapani: mamma scomparsa, 'Caradonna picchiava brutalmente tutte le sue ex'

23 ottobre 2019 | 17.12
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La vittima e Vincenzo Caradonna
La vittima e Vincenzo Caradonna

(di Elvira Terranova) - A una ex ha stretto un cavo elettrico al collo fino quasi a soffocarla, un'altra veniva picchiata quasi tutti i giorni, un'altra ancora veniva maltrattata, ma non ha mai raccontato niente per paura. E un'altra vittima ancora, che nel frattempo è morta, è l'anziana signora di cui si occupava l'uomo e che gli ha lasciato anche la casa in eredità. Sono solo alcune delle vittime di Vincenzo Caradonna, 47 anni, l'uomo arrestato all'alba di oggi con l'accusa di avere prima ucciso a coltellate e poi occultato il cadavere della sua convivente, Angela Stefani, la mamma di 48 anni di due figli, scomparsa il 21 gennaio scorso da Salemi (Trapani). Sono cinque in tutto le vittime, quattro sono le ex dell'uomo e una era l'anziana donna a cui faceva da badante e che è morta nel 2010. Gli investigatori sono risaliti alle violenze sull'anziana donna, morta nel 2010, grazie ai certificati medici stilato dall'ospedale in cui è finita varie volte l'ottuagenaria. Un uomo molto violento, quello che emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Riccardo Alcamo. Il giudice riporta gli interrogatori delle donne durante le indagini per la scomparsa di Angela Stefani. Schiaffi, pugni, calci, testate. Un uomo violento. Fin dall'adolescenza, quando ha conosciuto la donna che poi avrebbe sposato.

"Il racconto reso dalla donna delinea un quadro di pesanti maltrattamenti subiti dal compagno Vincenzo fin da quando era poco più che adolescente, tanto gravi da costringerla a lasciarlo, per la prima volta, nel 1999 quando i due avevano già avuto due figli - scrive il gip - Dopo quattro anni di distanza, decideva di dargli una seconda possibilità, che lui tuttavia sprecava riuscendo a dimostrarsi ancora più violento di prima. I maltrattamenti proseguirono fino a quando, temendo per la vita propria con quella dei suoi figli, decise di scappare di casa trovando riparo dalle suore".

Ma c'è di più. Dall’attività di intercettazione è stato possibile scoprire che i maltrattamenti subiti negli anni erano più volte sfociati "in veri e propri attentati alla vita" della donna. E' lei, senza sapere di essere intercettata, a raccontarlo al marito e alla cognata. Parlando di quelle volte in cui Vincenzo Caradonna le aveva puntato un coltello alla gola, confessando di aver visto "la morte con gli occhi". Ma da Caradonna arriva una versione diversa. Parlando del suo rapporto con la ex e con un'altra donna, nei mesi scorsi aveva detto ai pm che si sarebbe sempre "comportato benissimo, a parte qualche schiaffo, ma perché lei mi tradiva”. Ma il gip non ci sta e rilancia: "Ebbene, nulla di più distante dalla realtà dei fatti". Un'altra ex è stata vittima di violenze da parte di Caradonna non solo mentre stavano insieme, ma anche dopo.

Avrebbe usato violenza anche sull'anziana a cui faceva da badante

Con una delle ex la relazione é durata circa cinque anni. In quei cinque anni Caradonna sarebbe sempre stato violento con la donna, ogni volta che lo vedevo flirtare con altre donne, come ha raccontato la vittima, lui la picchiava selvaggiamente lasciandole lividi e altri segni sul corpo. Una volta le ruppe il setto nasale con delle testate. Le aggressioni si verificavano molto spesso, "almeno una volta a settimana, soprattutto quando era ubriaco". Ma la donna non denunciò mai il compagno, né ricorse mai alle cure dei sanitari per le lesioni subite, "spiegando tale scelta con la volontà di proteggere l‘uomo che, nonostante la maltrattasse, amava profondamente", dice il gip. "Tanto che la relazione non si interruppe per volontà della donna, ma perché Vincenzo decise di tomare insieme alla prima compagna".

Ma Caradonna non ha risparmiato le sue violenze neppure sull'anziana donna a cui faceva da badante. Come scrive il gip nella misura cautelare: "Nemmeno l’anziana signora con cui conviveva e a cui faceva da badante (e dalla quale ha ereditato di fatto la casa in cui risiede), e rimasta immune delle violenze dell’uomo. Anzi, forse e quella tra tutte che ne ha sofferto di più, posto che, in quanto anziana, malata ed allettata, non solo non ha mai potuto reagire ai soprusi subiti, ma evidentemente ha dovuto silentemente sopportarli fino alla morte, avvenuta il 25.1.2010. Al posto della donna sono le annotazioni di Polizia giudiziaria e i referti medici recuperati dall'archivio ed acquisiti agli atti del procedimento a parlare".

Un'altra donna ha raccontato che l'uomo avrebbe tentato di strangolarla

E poi c'è la testimonianza di un'altra donna, "forse la più inquietante", dice il gip nella misura cautelare. E' il primo febbraio 2013 quando la donna ha denunciato il compagno per averla, la sera precedente selvaggiamente aggredita tanto da costringerla a ricorrere alle cure del pronto soccorso di Salemi dove le diagnosticavano un “trauma cranico lieve in paziente policontusa” con prognosi di ben dieci giorni. Raccontava in particolare che mentre erano insieme, senza un apparente motivo se non evidente stato di ubriachezza in cui versava, aveva tentato di soffocarla con un cavo elettrico. L’aveva presa per il collo fino a farle mancare il fiato. Non pago le aveva versato del whisky sui capelli ed aveva cercato di darle fuoco con un accendino non riuscendoci.

Ma non era la prima volta che accadeva. La settimana precedente, sempre sotto l’effetto di alcool e droga, aveva tentato di soffocarla e le aveva dato un morso al mento. In quell‘occasione non l’aveva denunciato, né era andata all‘ospedale, perché aveva avuto paura che cosi facendo l’avrebbe fatto arrabbiare ancora di più. Fu solo dopo l’episodio del 31.1.2013 che la donna trovò il coraggio di lasciarlo e denunciarlo.

Quindi, come dice il gip, su cinque donne con cui Caradonna ha convissuto "quattro sono state gravemente maltrattate dall’uomo che, per come emerso nel corso delle indagini, le ha sottoposte a violenze fisiche arrivando addirittura ad attentare alla loro vita". "Sulla base di quanto sin qui riportato, viene da sé formulare l'ipotesi, consequenziale più che logica- scrive ancora il gip nella misura cautelare - che la medesima sorte sia toccata anche alla Stefani la quale, a differenza delle altre, non è riuscita suo malgrado a salvarsi in tempo". Secondo gli inquirenti, la vittima sarebbe stata uccisa il giorno stesso in cui è scomparsa, il 21 gennaio 2019. E Caradonna, dopo averla colpita con violenza "con almeno sei fendenti", come dicono i Carabinieri dopo i sopralluoghi del Ris, avrebbe occultato il suo corpo. Ma non è riuscito a eliminare le tracce di sangue in casa. Quelle stesse tracce che lo hanno incastrato. Per gli inquirenti una conferma della personalità violenta dell'uomo, come raccontato dalle tante testimoni, vittime di Caradonna.

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