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Mancini carica l'Inter: "Voglio vedere una squadra vera nel derby"

22 novembre 2014 | 14.36
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La stracittadina segna il ritorno del tecnico sulla panchina nerazzurra: "Dobbiamo giocare con entusiasmo, ma non sono abituato a lottare per il terzo posto, questo mi demoralizza un po'...". Alla guida del Milan c'è Inzaghi: "Ha un passato straordinario da giocatore, può avere un grande futuro come allenatore"

Roberto Mancini (foto Infophoto)  - INFOPHOTO
Roberto Mancini (foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Voglio vedere una squadra vera in campo". Roberto Mancini comincia la seconda avventura sulla panchina dell'Inter nel match più speciale: va in scena il derby e il 'vecchio-nuovo' tecnico nerazzurro fissa un obiettivo al di là di risultato e classifica.

"Cambiare in corsa non è semplice, magari può scattare una scintilla, ma non si sa mai. Se non c'è entusiasmo, non si va da nessuna parte", dice auspicando una 'scossa morale'. "Non pretendo che in 4 giorni si possa cambiare tutto, ma voglio vedere una squadra vera in campo. Noi proveremo a giocare a calcio e la speranza è che tutti i giocatori possano fare il massimo in questo contesto. Devo ancora imparare a conoscere bene tutti gli elementi, ci vuole un po' di tempo", ripete alla vigilia della stracittadina.

La classifica, almeno per ora, non conta. "Non sono abituato a lottare per il terzo posto, questo mi demoralizza un po'... -ammette Mancini-. Ma ora non dobbiamo guardare la nostra posizione, dobbiamo pensare a fare il massimo dei punti e tra qualche mese vediamo a che punto siamo. E' casuale che Inter e Milan siano lontane dal vertice, si tratta comunque di due squadre che hanno fatto la storia".

Tornare a San Siro proprio per il derby sarà speciale anche per un allenatore navigato: " Un po' di emozione c'è sempre. Se fossi un giocatore, mi vorrei sentir dire che faccio parte dell'undici titolare", dice. Rispetto all'Inter guidata per un anno e mezzo da Walter Mazzarri, la difesa a 3 è destinata ad andare in soffitta.

"Mazzarri è un bravo allenatore, non è uno sprovveduto. In campo, comunque, è l'attitudine a contare, non il fatto di giocare in difesa a 3 o a 4. Non è il modulo ad incidere, a cambiare una squadra sono la mentalità e la qualità di chi va in campo", dice Mancini, consapevole della necessità di garantire maggiore solidità al reparto arretrato: "Sarà un lavoro lungo e duro, ma penso che riusciremo a farlo".

Sull'altra panchina ci sarà Filippo Inzaghi, al primo derby da tecnico. "Inzaghi ha un passato straordinario da giocatore, può avere un grande futuro come allenatore. E' giovane e va supportato. Quando si comincia a fare il tecnico, non è semplice. Quando si inizia si pensa di sapere tutto, questo è un vantaggio e allo stesso tempo uno svantaggio. Ci vuole tempo per ambientarsi e per comprendere alcune situazioni", dice Mancini, che non ha ancora individuato il proprio vice.

"C'erano diverse soluzioni, ma alcune persone non avevano il patentino. Aspettiamo ancora qualche giorno", glissa il tecnico, che fa muro anche quando si parla delle ultime dichiarazioni di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, su calciopoli e sulla disparità di trattamento riservato ai vari club coinvolti. "In questo momento sono concentrato sul derby, il resto è troppo lontano per parlarne ancora. Avete aspettato me per fare questa domanda -dice sorridendo-... L'Inter ha già risposto una settimana fa, voglio solo pensare all'attualità. Noi eravamo qui, sappiamo qual è stato il nostro comportamento, questo è fondamentale", dice.

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