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Calcio: Mancini, Inter deve dare di più, normale rabbia Thohir

10 aprile 2015 | 14.38
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Il tecnico nerazzurro dopo il pari col Parma pensa alla trasferta di Verona e allontana le voci su un suo addio: "Sono qui perché credo si possa tornare competitivi. Kovacic? Ha qualità ma deve dare di più"

Roberto Mancini (Infophoto) - INFOPHOTO
Roberto Mancini (Infophoto) - INFOPHOTO

"A Verona mi aspetto che la squadra non faccia quello che ha fatto contro il Parma: voglia di giocare, caparbietà, tentare di vincere dall'inizio, quando una fa questo le partite si possono anche perdere, il calcio è così. Se faremo questo raccoglieremo qualcosa di buono. L'importante è che i giocatori abbiano una certa mentalità". Archiviare il pari casalingo contro i ducali e ripartire dal Bentegodi cercando di riprendere un discorso di crescita della squadra, è quanto si aspetta l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, dalla sua formazione impegnata domani a Verona contro l'11 di Mandorlini.

"Sembra un paradosso ma nonostante i risultati negativi la squadra ci ha messo tutto -prosegue il tecnico nerazzurro che nella consueta conferenza stampa della vigilia allontana anche le voci che lo vorrebbero tentato da avventure lontano da Milano-. Sono in un grande club, se sono tornato è perché credo che si possa tornare competitivi, star fuori dall'Europa non sarebbe un dramma per un anno se si vuole costruire una grande squadra. Se accadrà lavoreremo per fare una squadra più forte".

Sullo stato d'animo del presidente Thohir dopo il mezzo passo falso contro il Parma Mancini aggiunge: "Con me è sempre molto positivo. Come tutti, se uno ha sangue nelle vene, se perdi ci sta un attimo di arrabbiatura, è umano. Il presidente con me e la squadra è sempre positivo e pensa sempre che si possano vincere tante partite. La lontananza del presidente? Non si perde o si vince perché il presidente è lontano, le squadre inglesi non vincerebbero mai".

'Società crede in Kovacic ma si aspetta scatto in avanti'

Nell'ultima settimana Mancini ha lasciato da parte il solito aplomb per usare frasi più dure con la squadra. "Avevo avuto un approccio un po' diverso che ritenevo giusto, alla fine uno non può arrabbiarsi più di tanto se si dà il massimo ma i risultati non vengono. Questa settimana sono stato un po' più duro perché capiscano che possono fare un po' di più. Alle volte i risultati non vengono anche se sei la miglior squadra ma l'avversario ha messo agonisticamente qualcosa di più. Non basta essere l'Inter per vincere".

"A volte si sente dire che il presidente è lontano, la società è allo sbando: queste sono cose non vere. Manchiamo dei risultati, arriveranno anche quelli, ci vorrà del tempo, cambieremo solo lavorando -sottolinea Mancini-. Penso che i giocatori sentano questo peso, non credo siano tutti tranquilli e sicuri. Kovacic? L'Inter ha una fiducia enorme in lui, gli ha rinnovato due mesi fa il contratto, significa che punta su di lui oggi e per futuro. Poi ci sia aspetta sempre qualcosa di più da un giocatore di qualità, adesso è il momento che lo faccia. Lui come gli altri deve portare in partita quanto di straordinario fa in allenamento".

Dopo Verona arriverà il derby. "Abbiamo tre uomini diffidati, uno di loro domani potrebbe iniziare dalla panchina. Ritiri punitivi? Sono cose che si facevano quando avevo 16 anni, li facciamo solo noi in Italia. Mercato e i nomi che circolano (Touré, Dybala e Pedro ndr)? Adesso dobbiamo pensare a queste nove partite che sono importanti. L'Inter è in una situazione difficile e non vince da qualche anno ma è comunque un grande club con una storia importante alle spalle; anche se il calcio italiano non è più quello di qualche anno fa per un giocatore venire a giocare in Italia è comunque sempre bello".

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