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Manovra bis, arrivata lettera Ue: chiesta correzione 0,2% del Pil

17 gennaio 2017 | 16.05
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Pier Carlo Padoan e Pierre Moscovici (FOTOGRAMMA)  - (FOTOGRAMMA)
Pier Carlo Padoan e Pierre Moscovici (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Il Mef ha ricevuto la lettera inviata dalla Commissione europea per chiedere un aggiustamento dei conti. La missiva, spiegano fonti del Tesoro, "è all'attenzione degli uffici competenti che la stanno valutando". La richiesta di aggiustamento avanzata all'Italia è pari allo 0,2% del Pil, confermano le fonti Mef.

"Da novembre dello scorso anno la Commissione europea ritiene che il bilancio dell'Italia per il 2017 possa farci deviare dal percorso pluriennale di riduzione del rapporto debito-Pil e ci ha trasmesso una richiesta di intervento per assicurare la conformità del nostro bilancio. Lo scostamento che secondo la Commissione andrebbe corretto è stimato in due decimi di punto di Pil", spiegano le fonti.

Il Mef afferma che, "nel contesto dell'usuale interlocuzione con la Commissione europea, il Governo esprimerà la propria posizione rispondendo alla lettera e inviando il rapporto sui fattori rilevanti che giustificano la dinamica del rapporto debito pubblico/Pil".

"Gli argomenti utilizzati dal Governo in passato sono almeno altrettanto validi oggi in un contesto di perdurante e, per certi versi, accresciuta incertezza a livello europeo e internazionale e di inflazione che persiste da troppo tempo a livelli eccessivamente bassi" sottolinea in ministero.

"Grazie ad una strategia di politica economica volta a consolidare gradualmente le finanze pubbliche e, al contempo, a rilanciare la crescita, il rapporto tra debito pubblico e Pil si è sostanzialmente stabilizzato. È un risultato straordinario alla luce della recessione che si è rivelata più severa di quella degli anni Trenta e confrontandolo con la dinamica del debito degli altri paesi dell'Eurozona" scrive il Mef, annunciando formalmente che il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ricevuto la lettera del Vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e del Commissario per gli Affari Economici e monetari, fiscalità e unione doganale, Pierre Moscovici.

Intanto il governo continua a ritenere "surreale" l'approccio della Commissione nei confronti dei conti pubblici italiani. "Nel giorno in cui la May annuncia l'uscita totale dalla Ue, la Commissione ragiona sugli zero virgola e su cosa questo o quel Paese deve rivedere nei propri conti", ragionano fonti di governo.

Già ieri, la prima reazione del premier Paolo Gentiloni sarebbe stata di "disappunto" e di sopresa per la tempistica scelta dai vertici di Bruxelles. L'Europa ha davanti sfide epocali, come sa bene Gentiloni che fino a ieri era al timone della Farnesina, e dovrebbe ragionare piuttosto su temi come crescita e inclusione. Oltre alla Brexit, Trump si pone a muso duro nei confronti del Vecchio Continente, che intanto deve fronteggiare il populismo dilagate con una stagione elettorale alle porte in Francia e Germania.

Questo è il quadro in cui la Commissione apre il fascicolo conti pubblici dell'Italia. Ma l'impostazione di palazzo Chigi non cambia: con la Commissione Ue è in corso una trattativa. Senza alcun intento polemico, senza minacce o muro conto muro.

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