Dietro l'inammissibilità dell'emendamento il rischio di riforma di un'altra legge, quella sulla coltivazione
Seduta mattutina a Palazzo Madama caratterizzata dalla polemica sull'inammissibilità dichiarata dal presidente Elisabetta Alberti Casellati del subemendamento sulla commercializzazione della cannabis light. Al di là delle schermaglie che si sono verificate nel dibattito, Casellati ha sottolineato il carattere tecnico della decisione e ha aggiunto "se la maggioranza ritiene importante questa norma fatevi un disegno di legge".
La questione puramente tecnica affonda le sue radici, secondo quanto è stato possibile appurare a Palazzo Madama, nel fatto che quello sulla canapa dichiarato inammissibile è un emendamento che finiva per impattare sulla legge 242/2016 (riguardante la possibilità di coltivazione della canapa), di fatto estendendone la portata, originariamente limitata alla produzione, alla vendita.
Per questo motivo, secondo quanto si è appreso, si trattava di un tipo di intervento che non è tecnicamente possibile inserire in un comma della Legge di Bilancio - come prescritto dalla Corte Costituzionale - perché “disciplina in maniera del tutto innovativa” un intero settore dell’ordinamento. Un intervento di questo tipo si può fare solo attraverso un apposito disegno di legge. E infatti in Aula il Presidente Casellati - così come si può riscontrare nel resoconto della seduta - ha invitato la maggioranza a utilizzare questo tipo di strumento legislativo, se il provvedimento viene ritenuto così importante.