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Mantenimento dell'ex, una storia infinita?

13 gennaio 2017 | 10.21
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(Fotogramma)
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Storia infinita o a termine? L'unica certezza sull'assegno di mantenimento destinato all'ex coniuge (o ai figli) è che in Italia non è prevista una durata massima. A spiegarlo è il sito di informazione legale Studio Cataldi, che entra nel dettaglio dell'obbligo di mantenimento e della sua eventuale cessazione.

In linea di massima, spiegano gli avvocati, l'obbligo cessa nel momento in cui i beneficiari costituiscono una nuova famiglia "interrompendo così il proprio legame economico con quella di provenienza o quando abbiano, comunque, raggiunto l'indipendenza economica". Il discorso è valido sia per gli ex coniugi che per i figli che, inoltre, perdono il diritto al mantenimento anche qualora, e nonostante la madre e il padre abbiano assicurato loro le condizioni necessarie per concludere un percorso di studi, "non abbiano saputo trarne profitto per negligenza, volontà o grave trascuratezza".

La cessazione della corresponsione dell'assegno, spiega ancora Studio Cataldi, non è solo disposta a seguito dell'eventuale passaggio a nuove nozze del coniuge che lo percepisce, ma anche "quando questi abbia avviato una stabile convivenza con un nuovo compagno. Un'altra causa che può far venire meno l'obbligo di corrispondere l'assegno in determinati casi - continua il sito di informazione legale -, è rappresentata dalla sostanziale modifica della condizione economica del beneficiario senza che, tuttavia, sia fissato un termine entro il quale tale obiettivo debba essere raggiunto".

Ma attenzione: "Le capacità lavorative del coniuge o le possibilità di percepire un reddito, in astratto, non legittimano l'esonero dall'assegno, in quanto il mantenimento, in Italia, non è connesso all'incapacità lavorativa del beneficiario, quanto, piuttosto, alla conservazione del medesimo tenore di vita goduto dalla coppia in costanza di matrimonio".

Diversa la questione in caso di annullamento o accertata nullità del matrimonio: in quel caso, infatti, il mantenimento del coniuge ha una durata massima. "In tali ipotesi - spiega ancora Studio Cataldi - solo se entrambi i coniugi erano in buona fede, è prevista la possibilità per il giudice di disporre un assegno di mantenimento a carico di uno e a favore di un altro, per massimo tre anni dall'annullamento. È possibile anche che la determinazione della relativa somma avvenga mediante accordo tra i coniugi".

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