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Maratona vietata ad atleti africani, poi il dietrofront

27 aprile 2019 | 15.03
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Il caso a Trieste, l'accusa degli organizzatori e la polemica politica. Giorgetti: "Subito indagine interna". Di Maio:"Follia difenderli con l'esclusione". Fratoianni annuncia interrogazione in Parlamento, inchiesta di Atletica Italiana per chiarire l'episodio

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Una provocazione che ha colto nel segno". Fabio Carini, il patron del Trieste Running Festival liquida, così, le polemiche sulla decisione dei giorni scorsi di non invitare atleti africani per la mezza maratona di Trieste in programma il 5 maggio. Abbiamo voluto, scrive in una nota, "richiamare grande attenzione su un tema etico fondamentale", comunicando contemporaneamente il dietrofront. "Contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani, come abbiamo fatto con quelli europei, lavorando con quei procuratori che siano in grado di garantire e certificare un comportamento trasparente e tracciabile". "Ho sollevato un problema -prosegue Carini nella nota- che esiste e che per ipocrisia viene spesso ignorato dagli organizzatori di eventi di running: lo sfruttamento di atleti africani da parte di procuratori che si arricchiscono alle loro spalle. Riconosco che avremmo dovuto sollevare il problema in tempi e modi diversi ed è quello che faremo. Sono dispiaciuto per le reazioni che questa scelta ha sollevato, mi scuso con coloro che si sono onestamente sentiti offesi ma certamente non condivido le strumentalizzazioni politiche che sono state fatte".

La 'provocazione' aveva sollevato un polverone ieri nel mondo della politica. Soprattutto da parte del Pd, indignato per quella che il dem Francesco Russo ha bollato come "una mezza maratona per soli bianchi". "Pensavamo fosse un titolo che si sarebbe potuto leggere solo nell’Alabama del Ku Klux Klan - ha scritto Russo su Facebook - e invece è la cronaca di ciò che accade a Trieste".

A fargli eco era stato anche il senatore del Pd, Davide Faraone. "Vietare la partecipazione alla maratona di Trieste agli atleti africani va contro la Costituzione - ha sottolineato - è un atto palesemente razzista ed è per questo che i partner istituzionali, quali il Coni e la Fidal, e Generali che è Main sponsor, dovrebbero immediatamente prendere le distanze dagli organizzatori e annullare la sponsorizzazione di questa scandalosa manifestazione che umilia lo sport nei suoi valori più alti''

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Nicola Fratoianni, deputato di Leu e segretario di Sinistra italiana: "Se non lo avessi letto stamani sui giornali del Friuli V.G. stenterei a crederci - ha affermato -. Succede non nel Mississipi degli anni '50 bensì nel 2019 in una città capitale della cultura mitteleuropea, Trieste. Si dice 'lo facciamo perché gli atleti neri sono stati oggetto di sfruttamento negli anni passati'. Nobile intento, ma vorremmo sapere allora quali denunce siano state fatte in passato dagli organizzatori verso le autorità sportive e quelle giudiziarie, per episodi simili. Altrimenti è solo caciara". Quindi Fratoianni ha annunciato nei prossimi giorni un'interrogazione in Parlamento.

Sulla vicenda era intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, annunciando l'apertura di un'indagine. "Sbagliato escludere gli atleti africani. Non è così che si risolvono i problemi - ha osservato Giorgetti -. Ma attenzione perché il malessere esploso a Trieste nasconde l'ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un'indagine interna per quanto riguarda le mie competenze. Ascolterò tutte le parti in causa per fare chiarezza".

Per il vicepremier Di Maio "è giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema". "Anzi - conclude -, così il problema si aggrava e la vicenda in sé per come sta emergendo rasenta la follia".

"Siamo un Paese che è impazzito, una cosa normale non riusciamo a farla?" si interrogava Carlo Calenda, candidato del Pd alle elezioni europee. "Ma che vuol dire escludere gli atleti africani dalla maratona di Trieste? Penso che siamo un po' impazziti tutti, ma se smettessimo di fare i matti e facessimo le cose normali e ci occupassimo dei problemi veri del Paese, invece di aprire una polemica al giorno sul nulla. Ma come si fa a dire che gli atleti africani non partecipano alla maratona, non so mi sembra che siamo in preda a una follia".

"A Trieste qualcuno prova a introdurre il razzismo nello sport" aveva twittato Damiano Coletta, sindaco di Latina e vice presidente di Italia in Comune. "Non possiamo rimanere indifferenti. È pericoloso. Fermiamo questa follia. Bene l'inchiesta dell'Atletica Italiana per chiarire l'episodio".

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