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Usa: Rubio rottamatore di Jeb Bush, non aspetto il mio turno

14 aprile 2015 | 16.41
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"Dobbiamo cambiare le decisioni che prendiamo, cambiando le persone che le prendono", ha detto il 43enne senatore figlio di immigrati cubani, nel comizio a Miami in cui ha attaccato l'ex governatore della Florida, che è stato suo mentore politico. "In America il figlio di un barista e di una domestica può avere lo stesso sogno di chi viene da famiglie ricche e potenti"

Marco Rubio con la famiglia annuncia la candidatura (Foto Infophoto)
Marco Rubio con la famiglia annuncia la candidatura (Foto Infophoto)

"Alcuni mi suggeriscono di farmi di lato ed aspettare il mio turno. Ma non posso, perché credo che la stessa identità come nazione sia in gioco e da presidente potrò fare la differenza". Così Marco Rubio, 43enne figlio di un barista ed una domestica fuggiti in Florida da Cuba, ha lanciato la sua candidatura alla Casa Bianca, ma prima ancora una sfida generazionale contro l'attuale leadership del partito repubblicano. "Dobbiamo cambiare le decisioni che prendiamo, cambiando le persone che le prendono", ha aggiunto il 'rottamatore' del vecchio Gop.

Una sfida che nel caso del senatore della Florida diventa una vera sfida a Jeb Bush che quando, negli anni in cui era governatore dello stato, scelse l'allora 26enne consigliere comunale di West Miami come suo protegé certo non si immaginava che quasi 20 anni dopo si sarebbero trovati avversari nelle primarie. "In molti Paesi, gli incarichi più importanti sono riservati ai più ricchi e potenti, ma io vivo in un Paese eccezionale dove anche il figlio di un barista e di una cameriera possono avere gli stessi sogni e lo stesso futuro di quelli che vengono da famiglie potenti e privilegiate", ha detto ancora Rubio, con un chiaro riferimento all'ex governatore della Florida, che punta a diventare, dopo padre e fratello, il terzo presidente Bush-

"La maggior parte delle persone vivono prigioniere delle circostanze della loro nascita, destinate a vivere la vita dei loro genitori: ma l'America è diversa, ecco qui siamo i figli ed i nipoti di chi non ha accettato questo" ha detto ancora al migliaio di sostenitori riuniti alla Freedom Tower che ospita il memoriale dedicato agli esuli cubani.

"Noi abbiamo l'opportunità di scrivere il più grande capitolo della straordinaria storia dell'America ma non possiamo farlo tornando indietro a leader ed idee del passato", ha concluso lanciando una nuova frecciata al 61enne Bush. Ed, ovviamente, a quella che spera sarà la sua avversaria finale, Hillary Clinton, che di anni ne ha 67.

Insomma, il discorso di apertura della campagna elettorale sembra confermare i peggiori timori dell'entourage di Jeb Bush, cioè che da Rubio arriveranno gli attacchi più pericolosi durante quella che già si profila come un'affollatta battaglia per la nomination repubblicana. Quella tra i due sarà infatti una lotta intestina, un 'derby' per conquistarsi il sostegno dei grandi donatori della Florida e, soprattutto, il sostegno dell'importante comunità latina dello stato, e non solo.

Se Rubio dalla sua ha la storia familiare di figlio di cubani immigrati negli Stati Uniti prima della rivoluzione del 1959, Bush, come è noto, può giocare la carta di Paloma, la ragazza messicana incontrata durante una vacanza studi negli anni settanta e diventata poi sua moglie. I due si trovano a contendersi anche il posto dello spettro ideologico delle primarie, essendo entrambi sostenitori di un esercito più forte, delle riforme nella scuola ma su posizioni moderate sui temi sociali cari a conservatori.

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