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Teatro: Maria Rosaria Omaggio in 'Diatriba d'amore contro un uomo seduto'

22 febbraio 2015 | 17.31
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Al Palladium dal 5 all’8 marzo l'attrice interpreta Graciela nell’unico testo teatrale di Gabriel García Márquez

Maria Rosaria Omaggio
Maria Rosaria Omaggio

Maria Rosaria Omaggio sarà Graciela in 'Diatriba d'amore contro un uomo seduto', l’unico testo teatrale di Gabriel García Márquez, i cui diritti di rappresentazione in Italia sono stati concessi all’attrice, che sarà in scena al Teatro Palladium di Roma, dal 5 all’8 marzo, proprio nella settimana in cui ricorre l'anniversario della nascita del grande scrittore colombiano (Aracataca, 6 marzo 1927 – Città del Messico, 17 aprile 2014).

Gabriel García Márquez commentava, nel corso della stesura della piéce che, "se questa non fosse stata un'opera teatrale sul rapporto di coppia, sarebbe stata almeno un’ottima prova sulla disgrazia della felicità", aggiungendo che a quell’idea idiota…va dato fuoco! Va chiarito che alludeva alla cosiddetta felicità borghese, quella che punta tutto unicamente sul benessere economico e sul riconoscimento di uno status sociale.

"Niente somiglia tanto all'inferno come un matrimonio felice. Solo un Dio maschio poteva regalarmi questa bella scoperta per le nostre nozze d'argento", sono le prime parole di Graciela che, sul punto di celebrare venticinque anni di matrimonio, sciorina i suoi sentimenti. Lei, donna di un qualunque Sud del mondo, è figlia di una lavandaia, ma è riuscita ad ascendere socialmente, dedicandosi agli studi, per diventare all'altezza del marito.

Dopo tanti anni di matrimonio felice, torna all’etica delle sue radici, alla sua genuina umanità, reclamando un bisogno primario d’amore. Va avanti decisa, raccontando, sviscerando il travaglio di tutta una vita di sottaciuti compromessi, le delusioni di donna tradita, per gettare via il passato con accorato coraggio e con grande determinazione. E la diatriba culmina in un finale sorprendente.

L’ideazione scenica di Emanuela Giordano concepisce un’idea da "realismo magico" valorizzata da giochi di luci-ombre, la musica colombiana, amata da Gabo, è eseguita dal vivo dai polistrumentisti Roland Ricaurte (chitarra, voce, percussioni) e Alex Taborri (tastiere, charango, acordeón), in scena con la protagonista.

Il testo porta inevitabilmente il marchio del suo grande autore: il premio Nobel coniuga un linguaggio curato con metafore delicate: "Hai avuto l'amore in casa e non hai saputo riconoscerlo”, “L'aereo sembra un miracolo, ma va così veloce che arrivi solo col corpo, e poi una si muove per due o tre giorni come una sonnambula, finché non arriva l'anima rimasta indietro”. Come i versi di una sua poesia, che qui diventata canzone: 'Se qualcuno una mattina suona alla tua porta … E credi ancora nel dolore dell'allegria… apri che è l'amore, amica mia'.

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