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Mario Vargas Llosa "ha vinto il Covid": l'annuncio del figlio

25 aprile 2022 | 21.55
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Il Premio Nobel ha lasciato la clinica di Madrid dove era ricoverato dalla settimana scorsa

(Afp)
(Afp)

Lo scrittore peruviano naturalizzato spagnolo Mario Vargas Llosa, 86 anni, Premio Nobel per la Letteratura 2010, "ha battuto il Covid" ed è stato dimesso dall'ospedale di Madrid dove era stato ricoverato la settimana scorsa dopo aver contratto il coronavirus. L'annuncio è stato dato oggi sui social dal figlio Alvaro. "Ora il recupero continuerà a casa", ha aggiunto il figlio su Twitter, pubblicando una foto del celebre padre, che indossa una tuta sportiva, insieme ai tre figli Alvaro, Gonzalo e Morgana scattata in ospedale.

"Grazie alla scienza che salva le vite e al personale medico per la loro dedizione. Saremo sempre grati a loro: avete combattuto questa pandemia per anni. Tutta la nostra ammirazione a voi", ha aggiunto su Twitter il figlio.

E sempre tramite il profilo Twitter del figlio, Mario Vargas Llosa - ultimo grande rappresentante di quella generazione di scrittori latinoamericani a cui appartenevano il colombiano Gabriel Garcia Marquez, l'argentino Julio Cortazar e il messicano Carlos Fuentes - ha fatto pubblicare una nota scritta a mano dopo essere stato dimesso dall'ospedale, in cui si legge: "Ho chiesto ai miei figli Álvaro, Gonzalo e Morgana di rendere pubblici i miei ringraziamenti al personale medico della clinica Ruber di Madrid per il buon esito del mio trattamento. E al resto del personale lo ringrazio per la loro devozione e amicizia".

Ammirato per i suoi romanzi carichi di descrizioni delle realtà sociali ma criticato dai circoli intellettuali sudamericani per le sue posizioni conservatrici, Vargas Llosa abita a Madrid (dal 1994 ha assunto la cittadinanza spagnola) dopo aver vissuto a lungo a Londra. Scrittore, critico e giornalista, è una figura centrale della rinascita della narrativa ispanoamericana. In Italia la sua intera opera letteraria è pubblicata da Einaudi. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra cui i premi Principe delle Asturiae, Cervantes, Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International.

"La città e i cani" (1963) è il dissacrante romanzo d'esordio: bruciato in piazza in Perù, ottenne larghi consensi in Europa. Hanno fatto seguito "La casa verde" (1966) e il romanzo politico "Conversazione nella cattedrale" (1969). "Pantaleón e le visitatrici" (1973) ha inaugurato un registro sottile, a volte comico, ironico, cui appartiene anche "La zia Julia e lo scribacchino" (1977). Ha sperimentato il genere giallo dal risvolto sociale ("Chi ha ucciso Palomino Molero?", 1986). Tra le ultime opere: "La festa del caprone" (2000), "Il paradiso è altrove" (2003), "Avventure della ragazza cattiva" (2006), struggente storia d’amore e di fuga, "Il sogno del celta" ( 2011), la biografia romanzata di Roger Casement, "La civiltà dello spettacolo" (2013), "Crocevia" (2016), "Il richiamo della tribù" (2019) e "Tempi duri" (2020).

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