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Marisa Laurito tra "Persone naturali e strafottenti" alla Sala Umberto di Roma

21 aprile 2022 | 18.59
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Quarant'anni dopo lo scandaloso esordio, torna l'opera di Giuseppe Patroni Griffi con la regia di Giancarlo Nicoletti

"Persone naturali e strafottenti" di Giuseppe Patroni Griffi con Marisa Laurito alla Sala Umberto di Roma

Dopo lo scandalo, corredato da denunce e censure, dell'esordio di quarant'anni fa, torna l'opera di Giuseppe Patroni Griffi che già nel titolo 'Persone naturali e strafottenti' segna un percorso umano fra cruda realtà ed esplosione di tensioni e di sentimenti. I panni che allora furono indossati da Pupella Maggio sono ora di Marisa Laurito che nella messa in scena alla Sala Umberto di Roma, fino al 24 aprile, è affiancata da Giancarlo Nicoletti che firma anche la regia, da Giovanni Anzaldo e Livio Beshir, per una produzione vietata ai minori di 14 anni.

Ambientato in un appartamento di Napoli nella notte di Capodanno, nell'opera si confrontano quattro solitudini: quelle di Donna Violante padrona di casa ed ex serva in un bordello; del travestito e prostituta Mariacallas; del giovane omosessuale Fred; e del nero Byron scrittore mosso dal desiderio di vendicare tutti gli atteggiamenti razzisti subiti nella sua vita. Sono loro quattro le 'persone naturali e strafottenti' descritte nel titolo, che combattono tante guerre interne fatte di insulti, litigi, violenze e desideri sessuali, esaltazioni e inibizioni.

"In questo testo del 1973, c’è un sottobosco di attualità così tangibile e una poetica di fondo così lucida e disincantata, da farne a tutti gli effetti un testo ancora fortemente contemporaneo e perciò di teatro necessario - sottolinea il regista Giancarlo Nicoletti - Emarginazione, violenza, distanze socio-culturali, violenza sessuale e psicologica, la ricerca continua di un altro che non esiste: la drammaturgia di Giuseppe Patroni Griffi è cruda e ironica, scandalosa e poetica, verbosa e visionaria. Ne viene fuori una tragicommedia dal sapore post-Eduardo e pre-Ruccello, che ci restituisce lo squarcio di un’altra Napoli, non più da 'cartolina' buona per i turisti, ma formata da un'umanità che agisce in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio".

(di Enzo Bonaiuto)

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