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Teatro: Massimo Ranieri, "Riccardo III" come i politici di oggi

31 ottobre 2014 | 10.13
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Per l'attore e regista, in scena al Brancaccio di Roma dal 6 al 16 novembre, "è il numero uno dei malvagi, è il grande genio della rappresentazione del potere: perciò, io non interpreterò un personaggio, interpreterò un attore. Del resto, non sono grandi attori tutti gli uomini di potere?"

Massimo Ranieri nel ruolo di Riccardo III
Massimo Ranieri nel ruolo di Riccardo III

Massimo Ranieri porta il suo "Riccardo III", che trova molto vicino ai politici di oggi, al teatro Brancaccio di Roma, dal 6 al 16 novembre. Scritta tra il 1591 e il 1594, la tragedia di Shakespeare è un indiscutibile banco di prova per un attore che è messo nella condizione di mostrare tutto il suo talento nella parte del re deforme, assetato di potere, la cui malvagità e ambizione sono pari alla sua scaltrezza.

Ranieri, che firma anche la regia, affronta la sfida collocandola in una ambientazione moderna, con una coloritura da film noir, aiutata dalle musiche scritte appositamente per lo spettacolo da Ennio Morricone. "E’ un noir e chi vuole trovare un’epoca di ambientazione può anche non trovarla, non ha un’epoca reale. La scena -afferma Ranieri- è un cilindro che può essere una sala delle feste, una tomba, un mausoleo in cui spicca la mancanza d’amore di Riccardo e la sua disperata solitudine, la sua diversità.

"Riccardo III è un re crudele e ambizioso che, per la sete di potere e di rivincita, colpisce anche i suoi congiunti. Un personaggio così affascina chi fa l’attore e -sottolinea Ranieri- ha tanti richiami all’attualità: io Riccardo III lo vedo in molti politici di oggi per somiglianza, contaminazioni, allusioni".

"Dopo averlo letto e riletto, ho capito chiaramente una cosa -spiega Ranieri- Riccardo III non è soltanto personaggio straordinario, è soprattutto un grandissimo attore. Riccardo III è il numero uno dei malvagi, è il grande genio della rappresentazione del potere: perciò, io non interpreterò un personaggio, interpreterò un attore. Del resto, non sono grandi attori tutti gli uomini di potere? Non recitano un ruolo che deve suscitare applausi, consensi, se non addirittura idolatria da parte di uomini e donne che diventano loro gli ignari personaggi della sua commedia?"

"Riccardo, poi, indossa i costumi della malvagità meglio di chiunque altro e allora via via che continuavo a leggere e rileggere mi è apparso sempre di più in bianco e nero. Anzi, in bianco e noir. Perché se i gialli svelano le colpe dalla parte dei buoni, il noir ci fa guardare il mondo con gli occhi dei colpevoli, ci spinge a scoprire fin dove possono arrivare le radici dell’umana cattiveria", conclude Ranieri.

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