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Comunicato stampa

Mastoplastica: Lipofilling Seno o Protesi e Mastopessi? Risponde un’eccellenza della Chirurgia Plastica Italiana il Prof Pietro Gentile in uno Studio sulla Mammella Tuberosa

16 novembre 2022 | 09.52
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Prof.  Pietro Gentile
Prof. Pietro Gentile

Prof Pietro Gentile, Professore Associato di Chirurgia Plastica presso l’Università Tor Vergata di Roma: “Il seno tuberoso è una deformità mammaria che può causare un significativo disagio psicosociale per la donna. La correzione chirurgica deve essere valutata accuratamente caso per caso, scegliendo la tecnica più adeguata in funzione del tipo e gravità del difetto”

Roma, 16 Novembre 2022 . È il professor Pietro Gentile, ad aver pubblicato sull’autorevole rivisita internazionale “Aesthetic Plastic Surgery Journal”, lo studio scientifico sul confronto tra la mastopessi con protesi e il lipofilling nella correzione della mammella tuberosa.

Il seno tuberoso è una malformazione caratterizzata da vari gradi di erniazione del parenchima e del complesso areola capezzolo, da assenza dei quadranti inferiori e può comportare diversi gradi di ipoplasia e asimmetria causando gravi imbarazzi e discomfort. Le mammelle appaiono strette ed allungate, a volte anche cadenti con un aspetto tuberoso che viene comunemente identificato con il nome di “Snoopy Breast” con riferimento al naso di snoopy.

Lo studio intitolato “Tuberous Breast, Deformities, and Asymmetries: A Retrospective Analysis Comparing Fat Grafting Versus Mastopexy and Breast Implants. Gentile P. Aesthetic Plast Surg. 2022 Sep 26” (https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/s00266-022-03089-x.pdf) mette a confronto tecniche tradizionali come la mastopessi e le protesi con tecniche rigenerative quali l’innesto autologo di grasso, più comunemente noto con il termine di Lipofilling.

Il lavoro, uno studio scientifico caso-controllo, mira a confrontare i risultati ottenuti in un gruppo di donne trattate con innesto di grasso autologo - Lipofilling - (35 pazienti) con quelli di un gruppo trattato con mastopessi e protesi (30 pazienti) per la correzione della tuberosità con vari gradi di asimmetria e ipoplasia, analizzando anche l'influenza delle deformità mammarie e toraciche (asimmetria del complesso areola-capezzolo, pectus excavatum e carinatum) nell'esito estetico. L'analisi pre- e post-operatoria è stata eseguita con un'accurata valutazione clinica, fotografica e strumentale, quest’ultima basata su risonanza magnetica nucleare, mammografia ed ecografia. Il follow-up postoperatorio ha avuto luogo a 1, 3, 7, 12, 24, 48 settimane e poi annualmente per 2 anni.

I risultati: il 77% (n = 27) delle pazienti trattate con due interventi di Lipofilling (ciascuno a distanza di circa 6 mesi l’uno dall’altro) ha mostrato risultati eccellenti dopo 1 anno rispetto alle pazienti trattate con un solo intervento di mastopessi con protesi, che hanno mostrato gli stessi risultati nel 73% (n = 22) dei casi. La naturalezza e il grado di soddisfazione nel gruppo di donne trattate con il Lipofilling erano superiori a quelli del gruppo trattato con mastopessi e protesi.

Le pazienti trattate con il lipofilling hanno mostrato seni naturali senza cicatrici e ottimi risultati estetici dopo due procedure. Le pazienti trattate con mastopessi e protesi hanno invece mostrato risultati più evidenti e duraturi dopo una sola procedura, presentando però cicatrici e risultati meno naturali.

In precedenza, il Prof Gentile aveva già contribuito a dimostrare la validità e la sicurezza del lipofilling in numerosi studi scientifici, pubblicati su riviste scientifiche ad alto impact factor, sia per finalità ricostruttive che per finalità estetiche. In quest’ultimo caso, è solo di un anno fa lo studio intitolato “Breast Silicone Gel Implants versus Autologous Fat Grafting: Biomaterials and Bioactive Materials in Comparison. Gentile P. J Clin Med. 2021 Jul 27;10(15):3310” (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34362094/) pubblicato sul prestigioso “Journal of Clinical Medicine” che dimostrava i vantaggi del lipofilling nell’aumento del volume del seno rispetto alle protesi.

Gli studi scientifici del Prof Gentile hanno dunque valutato i vantaggi ma anche i limiti delle procedure analizzate.

Ed infatti, non tutte le pazienti possono sottoporsi alla procedura di Lipofilling sia per l’aumento del seno (finalità estetiche) che per la correzione della mammella tuberosa. Devono essere presenti delle adiposità localizzate e/o delle giuste quantità di tessuto adiposo a livello di addome, cosce e fianchi, tali da consentire il prelievo di quantità adeguate di grasso, necessarie alle procedure di purificazione e innesto. Il grasso in eccesso non è più visto come un inestetismo bensì come tessuto utile e prezioso. Inoltre, il tessuto adiposo innestato è sottoposto a procedure di riassorbimento nel tempo. La percentuale di riassorbimento è influenzata peraltro da una serie di fattori, come la metodica di purificazione e/o arricchimento del lipofilling, la tecnica di innesto, l’impianto di giuste quantità di tessuto adiposo nella mammella evitando “over corrections” ma considerando attentamente i volumi mammari da dover rimodellare. Come riportato nella recente pubblicazione “Fat Graft Enhanced With Adipose-Derived Stem Cells in Aesthetic Breast Augmentation: Clinical, Histological, and Instrumental Evaluation. Gentile P, Kothari A, Casella D, Calabrese C. Aesthet Surg J. 2020 Aug 14;40(9):962-977”, il volume di grasso innestato che attecchisce (e dunque rimane) è del 60% circa dopo un anno, secondo stime ottenute dalla risonanza magnetica nucleare. Il tessuto adiposo innestato, dopo questo primo anno di assestamento, tende poi a mantenersi stabile successivamente. Le pazienti devono essere informate sulla possibilità di poter ripetere il trattamento a distanza di circa 6-12 mesi in funzione del risultato ottenuto e del grado di soddisfazione raggiunto.

La gravità della malformazione tuberosa, delle asimmetrie e della ipoplasia mammaria devono essere attentamente valutate al fine di comprendere quali possano essere i margini di miglioramento prevedibili attraverso la scelta di una metodica che preveda l’impiego di protesi con o senza mastopessi, o del lipofilling, optando per quella che, in funzione del caso, risulti essere più adeguata.

In conclusione, lo studio riporta che l’impiego di protesi con o senza la mastopessi (a seconda del tipo di deformità), può offrire risultati immeditati e duraturi anche solo dopo un unico intervento chirurgico, ma con cicatrici. D’altro canto, il Lipofilling si è dimostrato in casi opportunatamente selezionati e idonei, una valida metodica alternativa alle protesi nel trattamento del seno tuberoso con risultati più naturali e senza cicatrici, ma con la possibilità di ripetere il trattamento più volte per raggiungere il risultato desiderato.

Per informazioni e contatti www.pietrogentile.it

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