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Giustizia, Mattarella: "Riforma Csm prima di nuove elezioni"

24 novembre 2021 | 12.05
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"No sterile difesa corporativa, sradicare accordi che eludono la legge"

(Foto Quirinale)
(Foto Quirinale)

"La magistratura è chiamata, in questo periodo, a rivitalizzare le proprie radici deontologiche, valorizzando l’imparzialità e l’irreprensibilità delle condotte individuali; rifuggendo dalle chiusure dell’autoreferenzialità e del protagonismo. In questa direzione deve muovere anche la riforma del Csm, non più rinviabile". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Scandicci in occasione del decennale della Scuola superiore della magistratura.

"L’organo di governo autonomo, quale presidio costituzionale per la tutela dell’autonomia e indipendenza della magistratura, è chiamato ad assicurare le migliori soluzioni - ha ricordato il capo dello Stato - per il funzionamento dell’organizzazione giudiziaria, senza mai cedere ad una sterile difesa corporativa. L’attività del Csm, sin dal momento della composizione, deve mirare a valorizzare le indiscusse professionalità su cui la magistratura può contare, senza farsi condizionare dalle appartenenze e dedicando particolare attenzione anche alla promozione della parità di genere".

"Il dibattito sul sistema elettorale dei componenti del Consiglio superiore deve ormai concludersi con una riforma che sappia sradicare accordi e prassi elusive di norme che, poste a tutela della competizione elettorale, sono state talvolta utilizzate per aggirare le finalità della legge. È indispensabile, quindi, che la riforma venga al più presto realizzata, tenendo conto dell'appuntamento ineludibile del prossimo rinnovo del Consiglio superiore. Non si può accettare il rischio - ha detto Mattarella - di doverne indire le elezioni con vecchie regole e con sistemi ritenuti da ogni parte come insostenibili".

Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che "le vicende registrate negli ultimi tempi nell’ambito della magistratura non possono e non devono indebolire l'esercizio della 'funzione giustizia', essenziale per la coesione di qualunque società, anche della nostra comunità. Attività del resto svolta quotidianamente, con serietà, impegno e dedizione, negli uffici giudiziari. Se così non fosse, ne risulterebbero conseguenze assai gravi per l'ordine sociale e nocumento per l’assetto democratico del Paese. Ma occorre un ritrovato rigore" ha detto Mattarella parlando a Scandicci in occasione del decennale della Scuola superiore della magistratura.

"Alla Scuola compete, in questa congiuntura, imprimere impulso alla consapevolezza di ogni magistrato dell'etica che deve accompagnarlo, dalla quale non si può prescindere - ha insistito il capo dello Stato - per assicurare al cittadino la doverosa qualità e credibilità dell’Ordine giudiziario".

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