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Mattarella: "Giovani tornino centrali nel dibattito politico"

13 giugno 2020 | 16.13
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Il presidente della Repubblica in occasione della prima maratona digitale di Visionary Days intitolata 'Quale futuro', promossa dal ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Spadafora

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Si avverte una diffusa voglia di futuro. Nessuno meglio delle giovani generazioni può interpretarla. La pandemia ha colpito duramente nelle società di tutto il mondo. E questo richiama la responsabilità di tutti nell’adoperarsi per prospettive migliori. Rivolgo un ringraziamento al ministro Spadafora, ai relatori e a tutti i giovani coinvolti in questa maratona web. Una iniziativa preziosa e innovativa, con la quale i giovani, con le loro prospettive, le loro speranze, le loro difficoltà, dialogano, in prima persona, con il mondo delle istituzioni". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della prima maratona digitale di Visionary Days intitolata 'Quale futuro', promossa dal ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora.

"Le quattro aree di confronto - pianeta, partecipazione, incontro e percorsi - sono di primaria importanza. E viene, semmai, da chiedersi se esse siano oggi parte realmente centrale del dibattito politico. Le grandi trasformazioni politiche e sociali, intervenute negli ultimi decenni, hanno in qualche modo affievolito i canali tradizionali di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Un divario sempre più evidente che è stato in parte surrogato dalla massiccia presenza dei nuovi mezzi di comunicazione fondati sull’utilizzo del web; che, peraltro, non ha ancora trovato un punto di adeguata maturazione.

"La freddezza e la diffidenza dei giovani rispetto alla politica - ha proseguito Mattarella - la sempre più rara disponibilità a un confronto circolare, di idee, di proposte, di suggestioni rendono la comunità nazionale più fragile. E più incerta e difficile la individuazione di una strada per progettare il proprio futuro nel mondo globalizzato. Disegnare il futuro comune è, per definizione, il compito precipuo della politica. Progettare il futuro diventa ancor più cruciale dopo la grave crisi provocata dall’insorgere della pandemia, che ha sconvolto la quotidianità della nostra vita, mettendo in discussione abitudini consolidate e comportamenti scontati".

"Sono questi nel nostro Paese - prosegue Mattarella - giorni di impegno e di riflessione. Nuove idee sono richieste per rispondere a sfide inattese. La voce dei giovani può recare, in questa come in altre prossime occasioni, un contributo originale; e di più nitida percezione delle necessità. Vi è un’attesa esigente: ci si interroga su come il Paese possa imboccare, nella attuale fase di ricostruzione, strade più moderne e insieme più rispettose delle risorse naturali, per modelli di vita che vedano le persone, al centro degli sforzi di crescita della nostra società. Non sono esercizi facili.

"L’esplorazione in atto delle proposte di forze economiche, sociali e culturali dell’Italia, in corso a partire da questi giorni, deve saper approdare a risultati concreti. Per trarre dalla difficile esperienza vissuta in questi mesi una spinta per recuperare il meglio di noi stessi. La Commissione Europea, il 27 maggio, ha lanciato la proposta “Next generation UE” che guarda al futuro delle giovani generazioni. Questa proposta, per la sua ampiezza e per le finalità che si propone, non ha precedenti nella storia dell’Unione.

"L’Italia è chiamata a partecipare a questo grande progetto, con decisioni volte a rimuovere quel che oggi ostacola la crescita sociale ed economica; e che produce ingiustizie e diseguaglianze. Consideriamo, questa di oggi, una tappa dell’interrogarsi dell’Italia, su se stessa, e sul proprio avvenire: in questo caso, da parte di giovani. A una società provata, e disorientata, per scrivere una nuova pagina, serve l’animo della sensibilità giovanile sgombro da pregiudizi. Serve la loro curiosità, il loro entusiasmo".

"La condizione giovanile è sinonimo di futuro ma questa espressione non basta a individuare i fenomeni complessi che la caratterizzano. Rischia, persino, di essere fuorviante se dovesse distrarre dall’urgenza del presente che siamo chiamati a vivere. Perché mai come oggi è vero che il futuro è qui, è già cominciato. Ne è testimonianza questa stessa assemblea; e non soltanto per le fasce di età qui rappresentate. A ciascuna generazione toccano in sorte tempi, e prove, diversi. Penso ai ragazzi chiamati alle armi e coinvolti nelle tragedie dei due conflitti mondiali nel secolo scorso.

"Penso alla generazione piena di speranza che ha avuto, nel dopoguerra, il compito di costruire l’eredità della pace e dello sviluppo. Quelli che viviamo sono tempi di grandi cambiamenti. Dobbiamo saperli indirizzare in positivo; e per questo occorre adoperarsi con serietà. La storia dell’umanità è scandita da successi, da crisi, da ripartenze. Queste ultime sono complesse, faticose ma per molti versi anche stimolanti. È un dovere far sì che il nostro, e soprattutto vostro, domani sia migliore in termini di occupazione, di qualità della vita e dell’ambiente, di crescita dei diritti e della conoscenza, di pace e di integrazione tra i popoli.

"La condizione per riuscirvi è che l’impegno sia corale, autentico, aperto. Che abbia davvero lo sguardo rivolto al futuro e non a effimeri interessi personali o di parte, a rendite di posizione, a stasi o rinunzie frutto di timore. L’auspicio è che vi siano partecipazione, dialogo, ascolto. E che si pensi in grande. Come mi sembra davvero che voi abbiate intenzione di fare", ha concluso Mattarella.

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