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Maturità, l’appello di Piano ai giovani: “Non rassegnatevi alla mediocrità”

18 giugno 2014 | 14.34
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L’architetto e senatore a vita ringrazia il Miur per aver inserito tra le tracce dei temi ‘Il rammendo delle periferie’: “Le periferie sono la città del futuro, così ricche di umanità ed energia. C’è solo da fare una gigantesca opera di rammendo per renderle pezzi di città felice”

Renzo Piano (INFOPHOTO)
Renzo Piano (INFOPHOTO)

“Sono contento che il ministero abbia inserito tra le tracce dei temi di maturità ‘il rammendo delle periferie’. Proprio questo è il ruolo che, per come intendo io l’incarico, deve svolgere un senatore a vita che ha sempre fatto l’architetto: seminare temi nelle coscienze in modo da smuoverle, mettere in moto un volano di idee che poi prosegua autonomamente. In Senato ci vogliono persone che, siano senatori a vita o meno, rappresentino la forza civica del Paese. Come può l’Italia guardare lontano senza la cultura, che è la nostra vera forza?’’. A dirlo l’architetto e senatore a vita Renzo Piano.

“La sfida di rendere più belle e urbane le nostre periferie -spiega- è entrata nelle coscienze di molti italiani, non soltanto perché l’80% della popolazione che vive in città sta in periferia. Le periferie sono la città del futuro, così ricche di umanità ed energia. C’è solo da fare una gigantesca opera di rammendo per renderle pezzi di città felice: che tocca a noi fare, ma soprattutto ai giovani, quegli stessi ragazzi che oggi sostengono l’esame di maturità’’.

“Per questo sono grato -continua Renzo Piano- al ministero dell’Istruzione. Sono loro, i giovani, il nostro domani e quello delle nostre città oggi così fragili. Il nostro è un Paese di talenti straordinari, i giovani sono bravi e, se non lo sono, lo diventano per forza: siamo tutti nani sulle spalle di un gigante. Il gigante è la nostra cultura umanistica, la nostra capacità italiana di inventare, di affrontare i problemi in maniera laterale, di cogliere i chiaroscuri’’.

“Dico inoltre ai giovani - aggiunge - di non rassegnarsi alla mediocrità, di viaggiare per imparare le lingue e per capire gli altri e di comprendere che la diversità è un valore, non certo un problema. Inoltre, viaggiare (ma sia chiaro per poi tornare) serve ai giovani per rendersi conto della fortuna che hanno avuto a nascere in un Paese come l’Italia: perché se non si va all’estero si rischia di assuefarsi alla nostra grande bellezza e a viverla con indifferenza’’.

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