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Maxi truffa dietro rincari su bollette, 22 arresti tra Italia e Germania

23 novembre 2021 | 08.13
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Sequestrati beni per 41 milioni di euro

Maxi truffa dietro rincari su bollette, 22 arresti tra Italia e Germania

Una maxi truffa nel settore energetico che generava il rincaro delle bollette è stata scoperta dalla Guardia di Finanza. Ventidue gli arresti eseguiti tra Italia e Germania e beni per 41 milioni di euro sequestrati. La guardia di finanza di Aosta, con il supporto del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Repressione Frodi Tecnologiche, ha eseguito in diverse regioni italiane un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Torino, nei confronti di 17 persone indagate per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio.

Si tratta di un’operazione internazionale che, grazie al coordinamento dell’Agenzia Europea per la Cooperazione Giudiziaria-Eurojust, è stata sviluppata in stretta sinergia con le autorità tedesche con la costituzione di una squadra investigativa comune tra la procura di Aosta e quella di Duisburg che ha consentito un incessante e proficuo scambio di risultanze investigative, sino all’odierno joint action day. Questa mattina, infatti, la Polizia Criminale di Duisburg ha eseguito, contestualmente alla Guardia di Finanza italiana, cinque arresti nei confronti di un italiano dimorante in Svizzera e di quattro tedeschi, uno dei quali domiciliato nella provincia di Catania. Tutti con l’accusa di riciclaggio.

Insieme agli arresti sono state eseguite decine di perquisizioni e sequestri di conti correnti, disponibilità finanziarie, immobili e criptovalute, sino alla concorrenza del valore di 41 milioni di euro, ovvero l’equivalente delle somme ottenute con la truffa posta in essere e di quelle riciclate. I fatti risalgono al periodo 2016-2020. Gli indagati sono complessivamente 113.

Grazie all’inchiesta, avviata nel luglio del 2019 dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Aosta, è stata scoperta una maxi truffa imperniata intorno al meccanismo dei cosiddetti 'certificati bianchi', o titoli di efficienza energetica, principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia, introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2005. Alla base del meccanismo c'è l’obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico. Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai “certificati bianchi”, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (Esco), società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia.

Il Gestore dei Servizi Energetici Spa (Gse), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici sia alle Esco un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica gestito dal Gestore dei Mercati Energetici Spa (Gme).

Il meccanismo si esaurisce con la presentazione annuale dei 'certificati bianchi' al Gse da parte delle aziende distributrici che, in tal modo, dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea). L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa è parametrato al valore di mercato dei certificati bianchi scambiati e viene finanziato, in ultima analisi, da tutta la collettività, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce 'oneri di sistema' (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7).

In totale, per realizzare la truffa, son stati presentati 95 falsi progetti riguardanti lavori mai effettuati (prevalentemente sostituzione di caldaie, coibentazione di pareti, cappotti termici) su immobili realmente esistenti sul territorio nazionale che, insieme a ditte e persone inconsapevoli, sono stati sistematicamente individuati attraverso semplici ricerche sul web. Dei proventi illeciti, ammontanti a oltre 27 milioni di euro, 14 milioni sono stati oggetto di riciclaggio attraverso un collaudato sistema di false fatturazioni tra le otto esco e numerose società italiane ed estere compiacenti, ovvero costituite ad hoc.

Il denaro, di volta in volta rapidamente bonificato su conti aperti in Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ungheria, rientrava in Italia in contanti, attraverso corrieri, per poi essere reinvestito in strumenti finanziari, criptovalute e immobili di lusso tra cui due ville a Ischia e Ventotene.

Gli indagati per attività di riciclaggio del denaro, tutti colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, risiedono nelle province di Torino, Brescia, Napoli, Salerno, Foggia e Barletta-Andria-Trani; tra loro figurano anche un commercialista e un dipendente di un istituto bancario mentre altri due corrieri di denaro contante, anch’essi arrestati per riciclaggio, percepivano il Reddito di Cittadinanza. L’attività svolta conferma l’impegno che la Guardia di Finanza sviluppa quotidianamente nella lotta agli sprechi di denaro pubblico, anche allo scopo di tutelare i consumatori finali su cui gravano direttamente gli oneri connessi alle politiche di risparmio energetico nazionale.

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