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Maxioperazione antimafia a Palermo, sgominata Cupola di San Lorenzo

23 giugno 2014 | 08.17
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Oltre 90 arresti: in carcere per l’inchiesta ‘Apocalisse’ sono finiti i nuovi capimafia del mandamento di San Lorenzo Resuttana. Svelato dopo un secolo il killer di Joe Petrosino. Il Procuratore capo di Palermo Messineo all’Adnkronos: “Importante perché incide su un mandamento da sempre strategico per Cosa nostra, un tempo regno incontrastato dei Lo Piccolo”

Maxioperazione antimafia a Palermo, sgominata Cupola di San Lorenzo

Maxioperazione antimafia all’alba a Palermo. I Carabinieri del Reparto operativo, la Guardia di Finanza e la Squadra mobile hanno arrestato oltre novanta persone: in carcere sono finiti i nuovi capimafia del mandamento di San Lorenzo Resuttana.

Una trentina le estorsioni accertate dagli inquirenti, ma sembra che solo pochi, tra i commercianti e imprenditori costretti a pagare il ‘pizzo’, abbiano denunciato i loro estorsori rifiutandosi di pagare.

“Purtroppo il numero così elevato di estorsioni” e “la mancata denuncia delle vittime del pizzo conferma, ancora una volta, che lo Stato non è fino ad oggi sufficientemente credibile con le vittime, assicurando loro la giusta protezione”. E’ la denuncia del Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, per il quale “la spending review ha colpito anche questo settore e oggi lo Stato non è in grado di assicurare, a chi si ribella al pizzo, la giusta protezione”.

Il fratello dell’autista di Riina - Tra gli arrestati c’è anche Girolamo Biondino, 66 anni, fratello di Salvatore Biondino, l’autista del boss Totò Riina. Secondo gli inquirenti Biondino, che dopo la scarcerazione stava finendo di scontare un residuo di pena con la misura di prevenzione della ‘casa lavoro’ al Nord, sarebbe uno dei personaggi principali della famiglia mafiosa di San Lorenzo.

Joe Petrosino - Anche un retroscena nella maxioperazione: a distanza di oltre un secolo è stato infatti svelato chi ha ucciso il 12 marzo 1909 Joe Petrosino, il poliziotto italo-americano venuto a Palermo per sgominare una banda di mafiosi.

A rivelarlo, senza sapere di essere ascoltato dalle cimici degli investigatori, è stato uno dei discendenti del killer. Domenico Palazzotto, 29 anni, si vantava con gli amici che il killer di Petrosino era stato uno zio del padre: “Ha fatto lui l’omicidio del primo poliziotto ucciso a Palermo. Lo ha ammazzato lui Joe Petrosino” ha detto agli amici mentre le microspie lo registravano.

Joe Petrosino fu ucciso alle 20:45 del 12 marzo 1909, tre colpi di pistola in rapida successione e un quarto sparato subito dopo suscitarono il panico nella piccola folla che attendeva il tram al capolinea di piazza Marina a Palermo.

Il procuratore Messineo - L’operazione ‘Apocalisse’ è “molto importante perché incide su un mandamento da sempre strategico per Cosa nostra, un tempo regno incontrastato dei Lo Piccolo e da sempre al centro delle attività di controllo di Cosa nostra”. Lo ha detto all’Adnkronos il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo.

“Si tratta di un’operazione interforze gestita di comune accordo e in piena sintonia e condivisione delle tre più importanti forze di polizia - dice ancora Messineo - E’ la dimostrazione di un forte impegno dello Stato e della totale assenza di divisioni e conflitti e di un efficace coordinamento assicurato dalla Dda”.

I pentiti - Nell’operazione non ci sono stati contributi dei pentiti, come conferma anche il Procuratore capo: “Ciò non vuol dire che i collaboratori non siano importanti, ma questa è un’operazione gestita con metodi assolutamente tradizionali, con accertamenti diretti sul campo”.

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