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Sanità

Sciopero medici, adesioni al 90%

23 novembre 2018 | 10.05
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Disagi negli ospedali italiani. Sarebbe dell'80-90% l'adesione allo sciopero proclamato oggi dai camici bianchi tra medici, veterinari e dirigenti sanitari del Sistema sanitario nazionale, con 40mila interventi sospesi. "Mai vista una adesione così elevata", ha detto Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed durante la conferenza stampa indetta dai sindacati della dirigenza oggi all'ospedale San Camillo di Roma. "Non è uno sciopero corporativo", ha aggiunto Palermo che afferma di aver "ricevuto un messaggio dal ministro Grillo, che ci riceverà tra poche ore". "Bisogna che si risolva il conflitto tra Regioni e Mef", ha affermato Palermo chiarendo cosa chiederà alla Grillo. "Non possiamo accettare che il diritto a un contratto dignitoso venga messo in concorrenza con il diritto alla salute dei cittadini - ha continuato - Le Regioni hanno avuto i fondi e ora qualcuno si assuma la responsabilità di finanziare ciò che è previsto dalle leggi. Chi lavora nel servizio sanitario ha diritto ad un giusto salario".

"Abbiamo avuto un incontro con la presidente della Commissione Affari sociali della Camera e sembrerebbe che l'attenzione sia cresciuta su queste problematiche. Ma senza risposte - avverte Palermo - noi proseguiremo nella lotta e proclameremo una o due giornate di sciopero a dicembre, quando la Manovra sarà al Senato. Non escludiamo altre forme di lotta a livello regionale per il 2019, non molliamo la presa perché non accettiamo il declino del Ssn". "Hanno aderito allo sciopero 12mila anestesisti-rianimatori, il 90%, 40mila interventi sono stati sospesi - ha sottolineato Marco Chiarelli, presidente dell'Arooi-Emac Marche - non ha senso che il ministro ci dica che le risorse ci sono dall'anno prossimo, ma intanto restiamo in condizioni economiche vergognose. Le risorse vanno stanziate nella Manovra di questo anno". "Mi pare che ci sia la volontà di creare una sanità pubblica per i poveri e una privata per i ricchi", ha affermato Andrea Piccinini, vicepresidente Cimo. Secondo Carmine Gigli, Fesmed, "lavoriamo con difficoltà crescenti, i turni superano le 48 ore continuative che sono assolutamente fuori legge, senza nessun rispetto per il riposo, abbiamo centinaia di giorni di ferie che non possono essere godute. I medici - aggiunge Gigli - sono logorati e molti passano al privato perché quello che viene chiesto nelle Asl italiane è insostenibile".

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