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Medicina: 50 mila 'pendolari' dialisi, solo 2 centri su 3 offrono domiciliare

20 marzo 2014 | 17.23
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Medicina: 50 mila 'pendolari' dialisi, solo 2 centri su 3 offrono domiciliare

Roma, 20 mar. (Adnkronos Salute) - Sono oltre 5 milioni gli italiani che soffrono di insufficienza renale cronica, di cui 50 mila già in dialisi. Per i più è un 'pendolarismo' quasi quotidiano - 3 volte a settimana, per 4 ore e in orari prestabiliti - verso l'ospedale, con costi enormi di tempo e denaro, perché solo 240 fra i centri dialisi pubblici distribuiti sul territorio, dunque 2 su 3, offrono la dialisi peritoneale, cioè la possibilità per il paziente di effettuare il trattamento a casa, a volte anche di notte. Un servizio a macchia di leopardo che discrimina nell'opzione terapeutica e costringe a scegliere l'emodialisi presso la struttura ospedaliera. Se ne parla al XVII Convegno nazionale del Gruppo di studio di dialisi peritoneale in corso a Montecatini Terme.

Fra i pazienti, all'incirca 4.300 (9,5%), riescono a godere della dialisi peritoneale domiciliare. Eppure il fabbisogno di una terapia dialitica aumenta di circa 10 mila nuovi casi l'anno. Ma manca la cultura verso questa opportunità sia fra il 35% degli specialisti che non la attuano, sia fra i medici di medicina generale e i giovani nefrologi che non la conoscono, sia fra le istituzioni: solo Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia stanno iniziando un'azione di sensibilizzazione e diffusione della metodica. "Occorre dunque sensibilizzare medici, specializzandi, formazione universitaria, istituzioni e Regioni - dichiara Roberto Corciulo, presidente del convegno e nefrologo del dipartimento di Nefrologia, dialisi e trapianto del Policlinico di Bari - alla migliore conoscenza non solo della problematica, ma anche dei benefici e delle eccellenze di cura disponibili per chi soffre di insufficienza renale cronica".

L'insufficienza renale cronica, in alcuni casi, può essere correlata anche ad abitudini e stili di vita sbagliati e/o alla poca attenzione a sottoporsi agli esami di screening utili a monitorare lo stato di salute dei reni. Dagli esperti, ecco le quattro regole d'oro per allontanare il rischio di malattia renale:

1. Alimentazione: previlegiare una dieta bilanciata e varia

2. Sodio: impostare diete a basso-moderato contenuto di sale, ricordando che il sodio, oltre che sulla tavola, è presente in forma nascosta anche in moltissimi alimenti di consumo quotidiano e di produzione industriale.

3. Controlli di laboratorio: è consigliato sottoporsi con regolare periodicità a esami di funzionalità renale e delle urine. In particolare richiedendo microproteinuria e creatina.

4. Controllo della pressione arteriosa: l'ipertensione è riconosciuta come uno fra i principali fattori che possono contribuire all’insufficienza renale cronica. È pertanto fondamentale misurare con regolarità la pressione.

Qualora si rilevassero alterazioni delle urine o della funzionalità renale dagli esami di laboratorio, ma anche della pressione arteriosa è bene rivolgersi al medico di famiglia che saprà indicare il centro o lo specialista nefrologo cui affidarsi, quale tutore della salute dei reni nel tempo.

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