Singapore, 11 mar. (Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Margherita Lopes) - Malati 'per finta', ma uguali in tutto e per tutto a quelli veri, preoccupati e ansiosi per via di una gravidanza a rischio o sconvolti da una diagnosi infausta. Sono i 'simulated patiens', gli attori professionali con esperienza in ruoli medici che, dopo aver debuttato all'Imperial College di Londra, nel gennaio 2012 sono stati esportati alla Nanyang Technological University di Singapore, che con l'Ucl ha una stretta collaborazione. "Grazie a loro gli studenti della Lee Kong Chian School of Medicine imparano prima di tutto a presentarsi e a fare le domande giuste per raccogliere in modo appropriato la storia medica del paziente", spiega Tanya Tiernay, responsabile del progetto e in precedenza a capo del corso di Clinical Communication all'Icl fino al 2011, illustrando le finalità dell'iniziativa sul sito della Ntu.
"Poi, gradualmente - continua - si ritrovano ad affrontare argomenti più spinosi, come ad esempio comunicare una diagnosi di tumore, o gestire pazienti fragili. Grazie ai pazienti simulati gli studenti possono acquisire le conoscenze per essere empatici, o imparare a ricordare dettagli personali che possono contribuire a tranquillizzare e rasserenare i malati". Strategie di comunicazione che puntano a rompere sul nascere, nella nuova generazione di aspiranti dottori, eventuali barriere comunicative tra medici e pazienti.
"Il tutto grazie ad attori veri, professionisti che prestano voce e volto a personaggi di sceneggiati tv, fiction, film, piece teatrali e pubblicità, e lavorano con piccoli gruppi di allievi, in genere sei per volta", spiega Tiernay. Il programma, che ha 'arruolato' una cinquantina di attori nel primo anno, va avanti: si realizzano anche video ad hoc per far vivere ai giovani studenti esperienze realistiche, che aiutino l'aspirante medico a rapportarsi con i pazienti che assisterà.
