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Medico razzista? Può svelarlo il suo linguaggio del corpo

05 gennaio 2016 | 12.52
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I medici possono avere comportamenti razzisti? Secondo un piccolo studio condotto dall'Università di Pittsburgh a volte sì, ed è il linguaggio del suo corpo a svelarlo: nel gruppo studiato, infatti, i 'camici bianchi' hanno dato segnali non verbali meno compassionevoli quando trattavano pazienti neri in fase terminale, rispetto a pazienti bianchi altrettanto gravi. Si tratta del primo lavoro scientifico a esaminare queste interazioni ed è pubblicato sul numero di gennaio del 'Journal of Pain and Symptom Management'.

"Anche se abbiamo messo in evidenza che i medici hanno detto le stesse cose ai pazienti neri e bianchi, la comunicazione non è fatta solo di parole. Ci sono anche segnali non verbali, come il contatto con gli occhi, la posizione del corpo e il gesto di toccare il malato", spiega l'autore senior dello studio, Ambra Barnato, professore associato di Medicina clinica e traslazionale della Scuola di Medicina dell'ateneo americano. "Una scarsa comunicazione non verbale, che il medico può anche non essere consapevole di mettere in atto, potrebbe spiegare il motivo per cui molti pazienti neri percepiscono una discriminazione in ambito sanitario", aggiunge.

Barnato e il suo team hanno reclutato 33 medici attivi nella Allegheny County, in Pennsylvania, ponendoli in simulazioni realistiche con degli attori che rappresentavano pazienti terminali neri e bianchi con gravi patologie. I 'camici bianchi' non erano a conoscenza di quello che si stava studiando. A ognuno di loro è stato assegnato un punteggio per la capacità di comunicazione verbale e non verbale durante l'interazione con il paziente e il suo familiare. Ebbene, il punteggio è risultato in media del 7% inferiore nella comunicazione non verbale quando avevano a che fare con pazienti di colore.

"Nel momento in cui parlavano con i pazienti bianchi, i medici erano più propensi a stare vicino al letto del malato e a toccarlo in maniera simpatica", ha spiegato Barnato. Cosa che accade con meno frequenza quando il medico ha a che fare con una persona nera. "Il linguaggio del corpo è uno strumento significativo nella costruzione di fiducia - fanno notare gli autori - e i medici devono impegnarsi nell'evitare che si instauri un clima di distacco e diffidenza".

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