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Mediterraneo: Med-Or, le proposte della prima riunione dell'International board

31 maggio 2023 | 16.57
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Composto da figure di alto livello provenienti da diversi paesi del Mediterraneo, dell’Africa e dell’area euro-atlantica

Mediterraneo: Med-Or, le proposte della prima riunione dell'International board

Fondazione Med-Or ha ospitato il primo incontro del suo Board Internazionale, un consesso unico nel panorama italiano, composto da figure di alto livello provenienti da diversi paesi del Mediterraneo, dell’Africa e dell’area euro-atlantica, il 24 maggio scorso. In tale occasione, i partecipanti hanno condiviso le proprie prospettive su temi differenti, tra cui le implicazioni della guerra in Ucraina sulla stabilità internazionale e sul sistema di governance globale.

“La riunione dell’international board di Med-Or ha segnato un passaggio fondamentale nello sviluppo delle attività della Fondazione e della sua proiezione internazionale. Per la prima volta si è riunito questo consesso di personalità di altissimo profilo, unico per un soggetto come la nostra Fondazione, che ha potuto confrontarsi sul futuro del Mediterraneo allargato e delle relazioni tra Occidente e paesi del Global South, dell’Africa, del Vicino Oriente – afferma Marco Minniti, Presidente di Med-Or – Vogliamo dare continuità al lavoro di questo Board, mettendo in campo iniziative concrete per favorire dialogo e cooperazione: siamo convinti che oggi, alla luce di quanto accade intorno a noi, il Mediterraneo rappresenti il punto di incontro tra nord e sud del pianeta e, per questo, debba essere il centro di una iniziativa di natura culturale ed educativa tesa a favorire il confronto e la collaborazione”.

Durante l’incontro è stato approvato un testo conclusivo, in cui sono emersi tre temi principali: 1) Una nuova centralità del Mediterraneo. La guerra in Ucraina ha scosso le fondamenta del sistema internazionale, indebolendo il multilateralismo e incrementando la competizione. In un mondo sempre più polarizzato, il Mediterraneo Allargato – un’area che si estende dall’Europa all’Africa, fino alla Penisola Arabica – risulta critico per la sicurezza mondiale. Dinanzi alla crescente difficoltà di trovare consenso su scala globale, la creazione di gruppi regionali a geometria variabile diventa uno strumento funzionale alla promozione di dinamiche di cooperazione. A tal riguardo, il Mediterraneo Allargato gioca un ruolo di primo piano nel congiungere il mondo occidentale al Global South, oltre ad essere un tassello importante per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina.

2) La diversità è una ricchezza. Il Mediterraneo Allargato è contraddistinto da sistemi politici differenti e diversi background storici, culturali e religiosi. Al giorno d’oggi, la diversità deve essere percepita come un valore aggiunto e non come un elemento di debolezza. Questo perché il dialogo e la fiducia possono trasformare le divergenze in una nuova forma di cooperazione in grado di unire i paesi. Un nuovo inizio renderà necessario il rimanere fedeli al principio cardine del rispetto reciproco, attraverso una maggiore enfasi sulle esigenze e priorità strategica degli altri paesi – indipendentemente dalla loro proiezione geopolitica.

3) Il dialogo e la cultura come chiave. In un mondo così interconnesso, migrazioni e movimenti di persone continueranno inevitabilmente ad aumentare, rendendo imperativo per gli stati di svolgere più attivo nella gestione dei flussi, favorendo canali di migrazione legali e preparando i nostri cittadini a vivere in società multiculturali. A tale riguardo, e in virtù dell’importanza del dialogo culturale, la fondazione Med-Or continuerà a impegnarsi nell’alta formazione, a promuovere la conoscenza delle lingue straniere, e a promuovere il dialogo e la comprensione reciproca nell’area del Mediterraneo allargato.

Alla luce di queste considerazioni, il Board Internazionale di Med-Or ha proposto la creazione di una Med-Or Virtual Diplomatic and Leadership Academy per il Mediterraneo Allargato, promossa dalla Fondazione. Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, Ana Palacio (Spagna), già Ministro degli Affari Esteri del Regno di Spagna, Vicepresidente senior e Consigliere generale del Gruppo Banca Mondiale e membro del Consiglio di Stato della Spagna (Consejo de Estado); il Principe Turki Al-Faisal (Arabia Saudita), Presidente del King Faisal Center for Research and Islamic Studies, figlio di Sua Maestà il Re Faisal Ben Abdulaziz, in passato Ambasciatore d’Arabia Saudita nel Regno Unito e negli Stati Uniti e in precedenza Direttore del General Intelligence Directorate dell’Arabia Saudita; Thomas De Maizière (Germania), già Ministro dell’Interno della Germania (dal 2013 al 2018), in precedenza Ministro della Difesa della Germania (2011-2013) e Capo di Gabinetto della cancelliera Angela Merkel; Ebtesam Al-Ketbi (UAE), Presidente e Fondatrice dell’Emirates Policy Center, Professoressa di Scienze Politiche presso la United Arab Emirates University e infine Membro della Commissione Consultiva del Consiglio di Cooperazione del Golfo; John Negroponte (USA), che ha ricoperto in passato numerosi incarichi presso le amministrazioni americane, tra cui Vicesegretario di Stato degli Stati Uniti (2007-2009), Direttore dell’Intelligence nazionale degli Stati Uniti (2005-2007), Ambasciatore presso le Nazioni Unite (2001-2004), Vice Consigliere per la sicurezza nazionale (1987-1989) e inoltre Professore presso il Miller Center for Public Affairs dell’Università della Virginia; Sir Alex Younger (UK), già Direttore del Secret Intelligence Service (MI6) del governo britannico; Abdallah Bou Habib (Libano), Ministro degli Affari Esteri e degli Emigranti del Libano; Gilles Kepel (Francia), Inviato Speciale del Presidente Emmanuel Macron per il Mediterraneo, famoso Politologo e Arabista francese; Mayamba Cindy Mwanawasa (Zambia), Consigliere politico del Presidente della Repubblica di Zambia; Abdeta Beyene (Etiopia), Direttore Esecutivo del Center for Dialogue, Research and Cooperation e Mohamed Ali Guyo (Kenya), Inviato Speciale dell’IGAD per il Mar Rosso, il Golfo di Aden e la Somalia.

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