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Greenpeace

Mediterraneo, un mare di plastica

08 luglio 2017 | 12.30
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Esperti Greenpeace sulla Rainbow Warrior (Foto Ufficio Stampa Greenpeace)
Esperti Greenpeace sulla Rainbow Warrior (Foto Ufficio Stampa Greenpeace)

Nel Mediterraneo circa il 96 per cento dei rifiuti galleggianti è composto da plastica e il problema non interessa solo la superficie del Mare Nostrum perchè i rifiuti in plastica sono stati ritrovati anche a più di 3 mila metri di profondità. Si conclude con questi dati, ad Ancona, la tappa italiana del tour di ricerca e sensibilizzazione 'Meno plastica, più Mediterraneo', condotto dalla nave di Greenpeace nel nostro Paese.

Il tour, che prevede ad Ancona una due giorni di visite gratuite alla nave di Greenpeace 'Rainbow Warrior', ha raccolto dati nei mari italiani ed è stato organizzato con la collaborazione scientifica dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Genova, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università Politecnica delle Marche.

Partita il 24 giugno da Genova, la Rainbow Warrior in queste settimane ha solcato Tirreno, Ionio e Adriatico per effettuare campionamenti utili a rilevare la presenza di microplastiche in mare e negli organismi marini. Sono stati prelevati campioni in diverse regioni italiane, dalla Liguria alla Calabria, dalla Toscana alla Puglia. "Ricerca scientifica e definizione di normative efficaci per risolvere il problema dell’inquinamento marino derivante dalla plastica alla fonte: sono questi i due obiettivi del nostro tour" spiega Serena Maso, campagna Mare di Greenpeace Italia.

"Abbiamo voluto mettere al servizio della ricerca la nostra nave e le nostre competenze, ci aspettiamo -indica Maso- che anche la politica, in particolare il ministro dell’Ambiente Galletti, faccia la sua parte iniziando, ad esempio, dalla graduale eliminazione della plastica usa e getta e obbligando i produttori a coprire i costi di gestione e smaltimento dei rifiuti, perché il riciclo non è sufficiente". "È il momento di agire" conclude.

"L’impatto di questo fenomeno è ancora difficile da valutare ma campagne come questa fatta con Greenpeace servono a sensibilizzare tutti rispetto al problema e a capire che si può fare moltissimo per arginare questo genere di inquinamento" afferma Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

"Il futuro che aspetta le nuove generazioni dovrà riservare più attenzione all’ambiente e alla sua valorizzazione ed è per questo che il nostro ateneo ha scelto di porre l’ambiente come una delle linee strategiche per lo sviluppo delle nostre attività di ricerca" avverte Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche. "La ricerca di uno sviluppo ecosostenibile che rispetti l’ambiente, che non consumi risorse e che permetta alle nuove generazioni di scegliere consapevolmente, per attenuare i cambi climatici, favorire la distribuzione di beni comuni e la sostenibilità alimentare per gli oltre 7 miliardi di persone che condividono questo spazio limitato e ancora bellissimo che è la nostra terra, il nostro mare e l’aria dove galleggiamo" conclude Longhi.

La nave di Greenpeace sarà ancorata alla banchina 1 del porto di Ancona e resterà a disposizione di stampa e cittadini per due giorni. Sarà gratuitamente aperta a tutti oggi, dalle 14 e 30 alle 18, e domani, dalle 10 alle 16. Tanti gli eventi e le attività di informazione organizzati per i cittadini che visiteranno la Rainbow Warrior. Una volta lasciata l’Italia, la Rainbow Warrior continuerà il suo tour europeo in Croazia, Grecia e Bulgaria.

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