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Mef e Mise: "In studio Confindustria dati superati e incompleti"

19 giugno 2020 | 21.04
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Nota congiunta dei due ministeri. La replica: "Tipologia e ammontare delle misure 'nazionali' non sono risposta"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

''Il documento pubblicato oggi dal centro studi Confindustria sulla risposta economica italiana ed europea all’emergenza Covid contiene dati ormai superati, incompleti e fuorvianti''. Lo affermano Mef e Mise in una nota congiunta.

Ad esempio, il rapporto scrive che “per quanto riguarda i sussidi, la Germania ha erogato oltre 13 miliardi di euro a piccole imprese e autonomi (in circa due mesi) contro i 4,7 della Francia (erogati in poco più di due mesi) e i 2,4 dell’Italia (per il solo mese di marzo)”. In realtà, affermano i ministeri, ''l’Italia ha erogato quasi 6 miliardi a quasi 5 milioni di persone per tutte le indennità di marzo e aprile, quindi più della Francia. Peraltro, per le piccole imprese è operativo anche il bonus affitti, lo sconto sulle bollette, l’abbuono Irap di giugno e dalla prossima settimana inizieranno le erogazioni dei contributi a fondo perduto, che porteranno l’importo complessivo a poco meno di 20 miliardi di euro''.

Quanto alla liquidità, nel confronto Confindustria ''omette i 277 miliardi totali della moratoria sui crediti e mutui, di cui hanno beneficiato 2,6 milioni tra cittadini e imprese e la cui inclusione modificherebbe sensibilmente, a vantaggio dell’Italia, il paragone e le considerazioni critiche'', proseguono Mise e Mef. Infine, quanto ai tempi di adozione dei decreti rispetto all’inizio della diffusione del Covid, ''vale la pena di notare che il primo decreto contenente 'misure urgenti di sostegno per famiglie lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19' risale al 2 marzo, a 10 giorni dal primo caso accertato in Lombardia'', ricordano i ministeri.

''Naturalmente è vero che alcune misure hanno riscontrato criticità nei tempi di attuazione, prima fra tutte la Cassa integrazione in deroga, che ha scontato una procedura troppo complessa. Il Governo ha riconosciuto il problema, e per questo ha introdotto modifiche importanti nel decreto Rilancio. Individuare criticità e problemi è importante e utile", sottolineano Mef e Mise, con l'auspicio che "le analisi e le valutazioni di tutti siano sempre fondate su un esame e un uso accurato dei dati".

LA REPLICA DI CONFINDUSTRIA - ''Le poche misure a carattere nazionale, per tipologia e ammontare, non possono essere considerate una risposta all’emergenza a livello nazionale'' replica Confindustria.

Lo studio di Confindustria, spiega viale dell'Astronomia, ''non analizza l’impatto delle singole misure adottate dal Governo italiano per rispondere all’emergenza Covid-19, ma fornisce una valutazione complessiva dei provvedimenti adottati rispetto a quelli di altri grandi paesi come Francia, Germania e Stati Uniti. La valutazione che ne emerge è positiva quanto all’ammontare delle risorse e alla tipologia delle misure, mentre non lo è per quanto riguarda i tempi di adozione e implementazione''.

Il numero riportato nello studio Confindustria, a proposito dei sussidi, ''riguarda le erogazioni per l’indennità 600 euro e fa riferimento agli ultimi dati disponibili pubblicati il 27 maggio sul sito dell’Inps e relativi al solo mese di marzo. Al momento della pubblicazione della nota non erano disponibili ulteriori dati ufficiali'', spiega Confindustria.

I dati a cui fa riferimento il Comunicato Mise-Mef ''si riferiscono al totale delle domande pervenute per la moratoria e comprendono anche quelle di famiglie e società finanziarie'', prosegue viale dell'Astronomia. ''Per omogeneità nel confronto con gli altri paesi, i cui dati riguardano le sole imprese, lo studio Confindustria riporta solo i dati sulla moratoria riferiti alle società non finanziarie, come da Comunicato stampa n. 136, pubblicato il 17 giugno scorso sul sito del Mef con dati aggiornati al 5 giugno. Confindustria ha sempre espresso un giudizio positivo sulla moratoria''.

Quanto ai tempi di adozione dei decreti, nello studio Confindustria ''sono stati calcolati rispetto all’emanazione del decreto legge cura Italia del 17 marzo perché questo è il primo provvedimento organico per l’intero territorio nazionale. Il decreto legge 9, pure citato nello studio, aveva carattere prevalentemente locale ed era limitato principalmente alle aree più colpite''.

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