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Mef: riforme governo in linea con indicazioni Ue

06 marzo 2014 | 09.36
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Mef: riforme governo in linea con indicazioni Ue

Roma, 6 mar. (Labitalia) - "Il documento di analisi sugli squilibri macroeconomici dei paesi dell'Unione europea pubblicato dalla Commissione europea e le recenti dichiarazioni del commissario Olli Rehn sulla necessità che l'Italia avvii un ambizioso piano di riforme trovano piena condivisione da parte del governo, come risulta evidente dalle dichiarazioni programmatiche rese in Parlamento in occasione del dibattito sulla fiducia. Il programma di riforme dell'esecutivo è in linea con le indicazioni emerse da questa analisi della Commissione". Lo sostiene il ministero dell'Economia e delle Finanze in una nota. L'esecutivo, si legge nella nota, "intende dare una svolta al processo di riforma per rafforzare la competitività e garantire una crescita forte, sostenibile e ricca di posti di lavoro". "Le riforme annunciate - assicura - saranno tradotte operativamente in un cronoprogramma che sarà inserito nel prossimo Programma nazionale di riforma".

La competitività dell'economia italiana, aggiunge il ministero dell'Economia e delle Finanze, "è oggi limitata dall'elevato cuneo fiscale sul costo del lavoro, un problema che il governo si accinge ad affrontare con determinazione". "Tuttavia la capacità di reazione dell'economia e il ribilanciamento dei conti con l'estero - avverte - consentono di avere fiducia sulla presenza di una forte capacità di adattamento e flessibilità del sistema produttivo nazionale". Per contrastare la recessione, "le aziende manifatturiere italiane hanno fatto ricorso alla riduzione dei costi di produzione, al miglioramento qualitativo dei prodotti e al contenimento dei prezzi e dei margini di profitto e questo ha permesso un netto miglioramento dei conti verso l'estero".

Secondo il Mef, "ciò ha permesso di ottenere un miglioramento della bilancia commerciale che è passata nel breve arco di 3 anni da un deficit di 30 miliardi nel 2010 ad un surplus di quasi 10 miliardi nel 2013". "Nello stesso periodo - spiega - il saldo delle partite correnti è passato da un deficit di 3,5% a un surplus di 0,8% del Pil. La posizione patrimoniale netta sull'estero, pur deficitaria, è rimasta all'interno della soglia d'attenzione collocandosi a meno del 30% del Pil".

Quanto al debito pubblico, ricorda, "l'andamento in relazione al Pil deriva prevalentemente dal denominatore del rapporto, cioè dalla crescita modesta degli anni precedenti la crisi e poi dalla profonda recessione, che si è accompagnata ad una crescita insoddisfacente della produttività". "Il debito è cresciuto anche per il contributo nazionale ai meccanismi europei di protezione e per i rimborsi dei debiti pregressi delle Pubbliche amministrazioni", aggiunge.

Questi problemi, secondo il ministero, "richiedono un'azione decisa in termini di sostegno immediato alla crescita e di una forte azione di riforme strutturali". "Lo sforzo per correggere l'andamento dei conti pubblici - afferma - è stato significativo negli ultimi due anni, con un aggiustamento fiscale di circa 3 punti percentuali in termini strutturali grazie al quale la soglia del 3% non è stata superata".

Questo ha consentito di "contenere l'aumento del rapporto debito/Pil", dice il Mef. "Pur in un contesto molto difficile, l'Italia ha mantenuto e rafforzato la propria stabilità economica e finanziaria. L'uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi dell'Unione europea è uno dei risultati visibili di quest'azione. Il calo dello spread sotto i 200 punti base testimonia come gli sforzi del Paese siano stati importanti e riconosciuti. Ora è giunto il momento di porre al centro dell'azione del governo la crescita economica e l'occupazione", conclude la nota del ministero.

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