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Tumori: per oncologi Usa troppi falsi positivi, meno mammografie

21 ottobre 2015 | 17.16
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Tumori: per oncologi Usa troppi falsi positivi, meno mammografie

Meno mammografie per la diagnosi di cancro al seno. Lo scrive nero su bianco l'American Cancer Society (Acs) nelle sue nuove linee guida, in cui sottolinea anche l'opportunità di iniziare gli esami di controllo dopo i 45 anni - invece che 40 - e mette in discussione l'utilità del test routinario di palpazione da parte dello specialista. Per gli esperti Usa, un'attenta revisione critica della letteratura a disposizione dimostra che "la possibilità di trovare un tumore e salvare una vita è davvero molto basso", spiega Otis Brawler, direttore medico dell'Acs, citato dalla Cnn online.

Secondo gli specialisti, il problema della mammografia è che ha un tasso di falsi positivi relativamente alto. Quindi a volte le donne devono sottoporsi ad accertamenti dolorosi e che richiedono tempo, per poi scoprire che non hanno il cancro. Le probabilità di falsi positivi sono particolarmente alte per le donne sotto i 45 anni, che hanno seni più densi nei quali un eventuale tumore è più difficili da individuare su un'immagine radiografica. "Se si inizia lo screening a 40 anni, si aumenta il rischio di una biopsia inutile", ricorda Brawley che dice di conoscere persone che hanno avuto falsi positivi anno dopo anno. "I falsi positivi sono un problema enorme - avverte l'esperto - Queste donne sono così spaventate e infastidite che giurano di rinunciare alla mammografia per il resto della loro vita".

Oltre ai falsi positivi, secondo gli oncologi americani dell'Acs una mammografia può anche rendere evidente un piccolo tumore che andrà via da solo, o che non progredirà mai fino al punto da essere dannoso. Dal momento che i medici non possono prevederne l'andamento, li trattano tutti. Questo significa che alcune donne sono sottoposte a trattamenti potenzialmente nocivi, come radioterapia, chemioterapia e chirurgia, quando magari il loro cancro non avrebbe causato alcun problema, evidenzia Brawley. S econdo il 'New England Journal of Medicine', tuttavia, uno studio canadese ha esaminato 44.925 donne che si erano sottoposte allo screening. Solo 106 sarebbero state trattate 'inutilmente'.

Pur concordando con l'American Cancer Society sul fatto che la mammografia non è perfetta, alcuni sostenitori dello screening criticano le linee guida del gruppo. Prima di tutto, dicono, la società ha considerato le mammografie su lastra, che negli Stati Uniti sono state soppiantate quasi del tutto da quelle digitali, in grado di generare immagini più nitide e con un tasso più basso di falsi positivi. "E' la stessa differenza che c'è tra la tv standard e quella in alta definizione", esemplifica Therese Bevers, direttore del Cancer Prevention Center. In secondo luogo il gruppo ha considerato efficaci solo gli screening che hanno salvato vite, tralasciando quelli che hanno permesso di scoprire il cancro prima e quindi di evitare trattamenti più drastici come chemioterapia o mastectomia.

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