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Mense scuola, cibo buono e pulizia. Ma in Emilia Romagna costa il doppio della Calabria

18 ottobre 2016 | 11.53
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Mense scuola, cibo buono e pulizia. Ma in Emilia Romagna costa il doppio della Calabria

Il cibo è di buona qualità, la pulizia è adeguata, ma gli ambienti sono troppo rumorosi e non proprio accoglienti. Due bimbi su tre amano mangiare a scuola, ma solo uno su dieci dice di finire tutto quello che viene servito. E ancora, dal punto di vista strutturale le mense non brillano: più di una su tre non ha impianti anti incendio ed elettrici adeguati, una su dieci è fatiscente, una su cinque non è abbastanza spaziosa, solo la metà risulta accogliente e ben arredata. Senza tralasciare che quasi una scuola su quattro è del tutto priva di un locale mensa.

Sulle tariffe poi emergono notevoli discrepanze fra Nord e Sud del Paese e, in generale, una media annua di 700 euro a famiglia, poco meno di 80 euro mensili, non appare sostenibile per molti nuclei familiari. Emilia Romagna la regione più cara (con oltre 1000 € l’anno), Calabria la più economica (500 €).

Sono alcuni dei dati e dei punti di vista emersi oggi nell’ambito dell’evento 'Mensa a scuola: costi, qualità e…nuove prospettive?' promosso da Cittadinanzattiva. Quasi 700 gli intervistati di cui: 482 bambini, 95 insegnanti, 89 genitori, 30 rappresentanti delle Commissioni Mensa.

La mensa che non c’è… Su 79 scuole che erogano il servizio di ristorazione scolastica ben 18 non dispongono di un locale mensa, quasi 1 su 4 (23%). I bambini mangiano in altri locali, prevalentemente gli atri degli edifici scolastici e le aule utilizzate per le lezioni 'ordinarie'. Dato confermato dal rapporto 2014 del ministero della Salute, dal titolo “OKkio alla Salute”, secondo cui il 74% delle scuole possiede una mensa scolastica.

Laddove presenti, rileva ancora il Rapporto di Cittadinanzattiva le mense non brillano dal punto di vista della sicurezza: più di una su tre ha l’impianto elettrico e antincendio per nulla o solo parzialmente adeguato; oltre un terzo (37%) non ha porte con apertura antipanico; una su dieci ha segni di fatiscenza e poco meno (8%) presenta distacchi di intonaco.

Come emergeva dai risultati dei controlli da parte dei Nas dello scorso giugno su 2.678 mense scolastiche, in una su quattro sono state riscontrate gravi irregolarità e per 37 di queste (1,4%) è stata disposta la chiusura.

Mensa pulita ma troppo rumorosa. I bambini la vedono meno accogliente dei loro genitori e anche degli insegnanti. Per gli studenti il problema principale è il rumore (segnalato dall’87%), meno della metà (46%) la considera ben arredata e poco più (52%) la vede come un ambiente allegro. Va meglio sul fronte della pulizia: la considera pulita l’86% dei bambini, il 90% dei genitori della Commissione mensa, il 94% dei genitori, il 95% dei docenti. Piace mangiare in mensa a due bambini su tre (64%). Più di un bimbo su tre (36%) non ama mangiare a mensa, perché il modo di cucinare non cambia (71%), il cibo è sempre lo stesso (57%), le porzioni sono scarse (48%), l’ambiente è triste (37%) e vi mangiano solo alcuni compagni (27%).

Solo un bimbo su dieci dice di mangiare tutti i cibi serviti alla mensa scolastica, oltre la metà (57%) di lasciarne una parte alcune volte, un terzo confessa di mangiarne solo alcuni. I cibi più amati sono, per quasi otto bambini su dieci, il gelato e la pizza, seguiti da pane e carne (66% e 65%), frutta fresca (57%) e pasta in bianco (53%); i meno amati sono le verdure (soprattutto cotte e a ministra, sgradite ad oltre il 60% dei bimbi), e il pesce (sgradito al 47%).

Gli insegnanti reputano, in più di due casi su tre, che il cibo sia qualitativamente buono o sufficiente, ma uno su cinque ritiene che le porzioni siano scarse. Il 30% degli intervistati non sa quale fine facciano gli avanzi. Il 43% sostiene che il cibo avanzato venga buttato, o fatto portare a casa oppure consumato a scuola a merenda (17%), o donato ad associazioni che si occupano di persone bisognose (12%).

Uno su quattro dei rappresentanti intervistati dichiara di avere l’obbligo di preavvisare il giorno prima o qualche ora prima del sopralluogo. Nell’89% dei casi i rappresentanti assaggiano il cibo che viene servito, durante il loro sopralluogo. I rapporti tra Commissione Mensa e Comune sono buoni nella metà dei casi. Non ci sono rapporti o sono problematici tra i due soggetti per il 30%. Circa un rappresentante su due dichiara di aver ottimi rapporti ed interlocuzione con l’Azienda erogatrice, e un buon rapporto con gli altri genitori nel 77% dei casi.

Oltre 700 €, tanto spende annualmente una famiglia tipo per pagare la mensa scolastica del proprio figlio: precisamente 728 € sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. L’Emilia Romagna vanta le tariffe più alte sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria, con 1000 € annui in media, la Calabria la più economica, con poco più di 500 € all’anno. Una differenza pari al 100% non giustificata esclusivamente dal costo della vita.

Sopra la media nazionale per la retta della mensa nella scuola primaria, oltre all’Emilia Romagna, il Piemonte (860 € all’anno), la Liguria (857 €), la Valle d’Aosta (835 €), la Basilicata (833 €), la Lombardia (820 €), la Toscana (799 €) e le Marche (785 €). Al di sotto della media nazionale: di poco il Friuli Venezia Giulia (694 €) e il Veneto (674 €), seguono il Lazio (650 €), la Sardegna (626 €), la Puglia (616 €), il Molise (609 €), la Campania (592 €), la Sicilia (579 €), l’Abruzzo (572 €) e ultima la Calabria (517 €). A livello di aree geografiche, al Nord le tariffe più costose (circa 93.96€ mensili sia per l’infanzia che per la primaria), segue il Centro (94€ per l’infanzia e 78€ per la primaria), meno caro il Sud (64€ infanzia, 67€ primaria).

Fra i capoluoghi di provincia, Livorno e Ferrara al primo posto nella top ten delle città più care, con 128 € di retta media mensile. Colpisce la presenza, nella lista dei dieci capoluoghi più cari, di Potenza (113 €) e Tempio Pausania (108 €). Fra i capoluoghi con rette annuali superiori ai 1000 €, anche Reggio Emilia (1100 €), Rimini (1080 €), Forlì e Pesaro (1062 €), Torino (1042 €), Barletta è la provincia meno cara per la ristorazione scolastica con 32 € mensili per una famiglia tipo. Nella lista delle meno care, presenti molti capoluoghi del Sud, ad eccezione di Latina (46 € mensili) e di Roma (45 €) che risulta la meno cara fra le città metropolitane.

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