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Mercati in bilico

28 settembre 2018 | 18.53
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Bisognerà aspettare qualche giorno per vedere declinato nelle tabelle della Nota di aggiornamento al Def l'accordo del governo sul rialzo del deficit al 2,4% del Pil. Un livello, oltre la soglia di guardia, che ha fatto crollare a picco Piazza Affari con il Ftse Mib che ha chiuso la giornata a -3,72%, dopo aver toccato -4,6%, mentre lo spread sui titoli di Stato ha chiuso a 269 punti dopo aver toccato quota 280 punti con i rendimenti intorno al 3%.

Un risveglio amaro per il ministro dell'Economia Giovanni Tria, proprio nel giorno del 70esimo suo compleanno. Il titolare di via XX settembre, che giovedì ha dovuto cedere alle pressioni dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dovrà rivedere le stime alla luce di un disavanzo che supera di 0,8 pp (quasi 15 miliardi in più) l'1,6% da lui concordato informalmente con Bruxelles, e che resterà a quota 2,4% anche nel 2020 e 2021, a dispetto del percorso per il pareggio di bilancio.

A quanto si apprende, le simulazioni del Tesoro avrebbero escluso un deficit oltre il 2,1%, ne consegue che bisognerà mettere mano alla Nota perché da quel valore ne dipendono altri, debito pubblico in primis. Proiezioni e scostamenti che andranno poi illustrarli ai colleghi europei all'Eurogruppo e all'Ecofin di lunedì e martedì a Lussemburgo.

Dai 10 miliardi per il reddito di cittadinanza alle risorse per flat tax e quota 100 alle pensioni di cittadinanza al fondo per le vittime dei crack delle banche, tra gli altri, lo strappo sul maxi-deficit permette al governo giallo-verde di rispettare le promesse elettorali. Ma il Def indicherà solo le risorse aggregate sulle quali costruire la nuova manovra, per conoscere tutti i dettagli della "manovra del popolo", come l'ha ribattezzata Di Maio, bisognerà aspettare il varo della Legge di Bilancio a metà ottobre.

A ogni modo i piatti principali del menù sono già stati annunciati: 10 miliardi per il reddito di cittadinanza che secondo i calcoli dei Cinque Stelle interesserà circa 6,5 milioni di indigenti, via libera alle pensioni di cittadinanza per allineare gli assegni alla soglia minima a 780 euro. Luce verde anche all'aliquota al 15% per oltre un milione di partite Iva e al superamento della Legge Fornero con la possibilità di anticipare l'età pensionabile attraverso lo schema della quota 100, con tutta probabilità con dei 'paletti'. Inoltre verranno stanziati 1,5 miliardi per il fondo ad hoc per i truffati dalla banche, tra le altre misure.

La pace fiscale, come indicato dal viceministro al Tesoro Massimo Garavaglia, dovrebbe interessare debiti con il fisco entro i 500mila euro, ben di più del limite dei 100mila indicato dal Movimento 5 Stelle, ma comunque un intervento di portata inferiore rispetto al tombale del 2002 inizialmente immaginato dal Carroccio.

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