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Metalmeccanici, trattativa Federmeccanica-sindacati già a rischio rottura

04 dicembre 2015 | 19.11
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Metalmeccanici, trattativa Federmeccanica-sindacati già a rischio rottura

Rischio rottura nella trattativa tra Federmeccanica, Fim Fiom e Uil sul rinnovo del contratto di garanzia. Ad accendere la mischia, nel corso del secondo incontro di una vertenza che già si presentava problematica, la proposta degli industriali di trasformare i minimi contrattuali in minimi di garanzia erogando gli eventuali aumenti solo a quei lavoratori la cui retribuzione individuale, comprensiva di tutti gli elementi fissi, dai minimi ai superminimi fino agli scatti di anzianità, sia al di sotto del nuovo salario di garanzia; per tutti gli altri invece nessun adeguamento retributivo almeno fino al momento in cui la loro busta paga, a loro volta, non risulterà inferiore alla soglia del salario di garanzia. Tutti gli incrementi in busta paga infatti sarebbero concentrati sul II livello.

Una proposta che per i sindacati equivarrebbe a garantire un aumento salariale solo ad una platea risicatissima di lavoratori: appena il 5% tra neoassunti e operai con una anzianità inferiore ai 2 anni. Immediata dunque la reazione di Fim Fiom e Uilm che nonostante le profonde divergenze di questi anni, tornano a parlare unitariamente per bocciare come "inaccettabile" la richiesta di Federmeccanica e paventare una "rottura del tavolo di confronto" se gli industriali, il 22 dicembre data del nuovo round, non dovessero cambiare strada.

A pesare, sul tavolo, per ora solo in via teorica ma dal prossimo round si presume nel merito, anche l'entità e la decorrenza del presunto aumento salariale e il fatto che gli industriali, nel fissare il salario di garanzia, terranno conto di quei 75 euro in più erogati nel triennio scorso a causa di un'inflazione reale inferiore a quella stimata. Come a dire che quei soldi saranno comunque 'riassorbiti' nel corso del tempo e quindi spostata in avanti la reale decorrenza dell'aumento in busta paga.

Duro il commento del leader della Fiom, Maurizio Landini. "Così la trattativa non si presenta facile; la proposta di Federmeccanica, se confermata, non rende possibile proseguire il confronto. E' una richiesta inaccettabile perchè è inaccettabile che il contratto nazionale non eroghi aumenti per tutti", dice. "Anche dovesse mai trattarsi di un solo euro di aumento questo deve andare sui minimi per tutti", prosegue. Le tute blu della Cgil comunque faranno il punto sulla vertenza l'11 dicembre prossimo nel Comitato centrale convocato anche per decidere come proseguire. Stesso tono anche per la Uilm: "il tavolo è importante e deve andare avanti ma serve rimuovere la pregiudiziale sul salario di garanzia perchè gli aumenti devono essere per tutti i lavoratori. Quelle proposte da Federmeccanica sono condizioni inaccettabili per proseguire il tavolo di confronto", spiega il leader Uilm Rocco Palombella che attacca ancora: "è come se gli industriali volessero lanciare un messaggio preciso: i metalmeccanici fino ad oggi hanno guadagnato molto, è tempo di bloccarli". Una proposta , dunque, conclude, che "equivale ad un macigno e che rischia di interrompere il confronto".

E di "irrigidimento" di Federmeccanica parla anche Marco Bentivogli, leader Fim. "Non pensiamo sia percorribile una strada per cui di fatto si rinnova il contratto solo al 5% dei lavoratori metalmeccanici. Siamo disponibili ad esaminare un salario minimo ma a patto che gli auemnti retributivi sia per tutti. Poi possiamo discutere di secondo livello ma gli aumenti nel contratto nazionale devono essere per tutti perchè il rinnovo del contratto non può essere una 'cattiva notizia' per il 95% dei lavoratori", aggiunge.

Ma Federmeccanica tiene duro. "L'adeguamento al salario minimo di garanzia verrà riconosciuto a quei lavoratori con una retribuzione individuale inferiore agli stessi minimi. L'adeguamneto andrà solo a loro", spiega il direttore generale Stefano Franchi, al termine dell'incontro rigettando "l'esercizio sterile" dei sindacati che avevano quantificato la platea dei beneficiari di un aumento della busta paga nel 5% dei lavoratori.

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