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Musica: Micalizzi (Siae), settore ha perso valore economico

24 novembre 2016 | 12.45
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Franco Micalizzi
Franco Micalizzi

"La musica ha perso il suo valore economico". Lo dice Franco Micalizzi presidente del Consiglio di sorveglianza Siae e membro del consiglio direttivo Snac (Sindacato nazionale autori e compositori), in un'intervista a Labitalia in vista dell'incontro 'A che punto è l'Autore...?', organizzato dallo Snac con la collaborazione della Federazione Autori per giovedì 1° dicembre.

"Rispetto agli anni '70 e '80 -spiega- secondo me il valore della musica è precipitato al punto che la vendita di mille cd fa già parlare di successo. In realtà l’arrivo di quella che chiamiamo rete ha causato quello che a livello nazionale era già successo, a metà degli anno 90, con il far west della emittenza privata (radio e tv) che non pagava i diritti a nessuno e, in nome di una malintesa libertà, trasmetteva 24 ore al giorno tutti i successi del momento causando la caduta immediata delle vendite".

"In realtà la libertà di ognuno -ammette- finisce dove iniziano i diritti degli altri. Purtroppo i furbi da noi hanno talvolta vita facile. Era la seconda metà degli anni '90 e preso dalla disperazione, in mancanza di una seria difesa da parte di qualsiasi istituzione, non trovai di meglio che radunare i colleghi autori e fondare un sindacato, lo Snac, che nel giro di un paio di anni mettesse in atto azioni clamorose. Ora la cosiddetta 'rete' ha iniziato con la pirateria a fare grandi danni per poi affidare a due tre piattaforme lo sfruttamento della musica. Dico lo sfruttamento… perché quanto ci viene elargito per ogni diciamo click? 0,01 euro. Quindi un milione di click ci potrebbe fruttare fino a 1.000 euro".

E i talent? "Oggi il problema delle radio -sostiene Micalizzi- si è abbastanza normalizzato; l’unico danno dei talent è che hanno tolto la creatività ai discografici. Quest'ultimi ormai si fidano delle giurie dei show che non sempre sono formate da personaggi che hanno la necessaria esperienza e conoscenza e, quindi, i loro eletti talvolta sono molto provvisori".

"Tuttavia credo molto nell’efficienza dell’attuale Siae -chiarisce- che ha dimostrato di essere all’altezza del difficile compito che noi autori le affidiamo: la difesa dei nostri diritti. E’ chiaro che la tecnologia avanza costantemente e rapidamente e talvolta mangia anche se stessa".

"Mi auguro che -sostiene- chi governa tenga in gran conto lo sviluppo culturale di questo paese. Non è affatto vero che 'con la cultura non si mangia' ma casomai è vero il contrario. Uno sviluppo culturale di un certo livello genera valore e offre una buona immagine del paese, aiutandolo nell’affermarsi anche tra le altre nazioni".

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