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Microchip svela segreto metastasi tumori, studio Milano-Boston

30 aprile 2014 | 11.55
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Microchip svela segreto metastasi tumori, studio Milano-Boston

(Adnkronos Salute) - Un microchip per tracciare le vie delle metastasi tumorali. Comprendere i processi e i meccanismi che permettono al cancro di invadere l'organismo è l'obiettivo centrato da Simone Bersini, Chiara Arrigoni e Matteo Moretti del Laboratorio di ingegneria cellulare e tissutale dell'Irccs Galeazzi di Milano, che insieme ai colleghi del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston hanno firmato uno studio pubblicato su Biomaterials e ripreso dal settimanale The Economist. Il team, che comprende anche ricercatori coreani, è riuscito per la prima volta a ricostruire in laboratorio, con un modello tridimensionale che utilizza cellule umane, il processo di formazione di metastasi ossee derivanti dal tumore al seno. Quasi il 70% delle pazienti con un cancro al seno in stato avanzato va incontro a metastasi ossee: una correlazione che gli studiosi sono riusciti a riprodurre e osservare. Per ricostruire l'ambiente naturale del tessuto osseo a contatto con la parete dei vasi sanguigni, su un piccolo microchip sono stati creati diversi canali contigui, all'interno dei quali sono state inserite cellule staminali mesenchimali umane per formare osso e cellule endoteliali per generare i vasi. All'interno dei 'vasi ingegnerizzati' i ricercatori hanno poi iniettato delle cellule tumorali umane di carcinoma mammario e ne hanno osservato il processo di extravasazione, cioè il passaggio attraverso la parete del vaso sanguigno all'interno del tessuto osseo. I ricercatori hanno così fotografato uno dei meccanismi molecolari alla base del processo che 'calamita' le cellule malate dal seno all'osso. Hanno visto che Cxcl5, una molecola prodotta dalle cellule ossee, è in grado di attirare le cellule tumorali interagendo con Cxcr2, un recettore caratteristico disposto sulla loro superficie. In futuro, il modello descritto potrà essere usato per osservare la diffusione di altri tipi di cancro e verificare l'azione di nuovi farmaci anti-metastasi. "L'innovatività di questo modello - sottolinea Bersini - risiede nella ricostruzione di un microambiente tridimensionale contenente cellule umane, in grado di riprodurre in modo accurato il processo di metastatizzazione verso il tessuto osseo così come avviene all'interno del corpo umano. Apre le porte verso lo sviluppo di modelli avanzati che possano limitare la sperimentazione animale e condurre allo sviluppo di farmaci sempre più efficaci e selettivi". "Il progetto - aggiunge Moretti, responsabile del Laboratorio di ingegneria cellulare e tissutale del Galeazzi - è nato per poter studiare più accuratamente i meccanismi molecolari coinvolti nei processi metastatici dell'osso, grazie all'uso di cellule umane per generare tessuti biologici in 3D. Nella prospettiva di una medicina sempre più attenta al singolo individuo, pone le basi per la creazione di modelli personalizzati che riproducono i tessuti e le condizioni specifiche di un individuo, permettendo la selezione di farmaci e terapie più mirate ed efficaci".

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