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Arrivi ai minimi dal 2012

20 febbraio 2019 | 12.23
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Rotta del 'Mediterraneo Centrale' segna -80%

(AFP PHOTO)
(AFP PHOTO)

La rotta del Mediterraneo Centrale nel 2018 ha visto 23.276 arrivi di migranti irregolari, in calo di circa l'80% rispetto ai 118.962 del 2017, scendendo ai minimi dal 2012. Secondo i dati resi noti da Frontex, l'agenzia Ue che si occupa della gestione delle frontiere, la rotta dal Nordafrica alle coste italiane è quella che ha visto meno arrivi nel corso dell'anno passato.

Meno del Mediterraneo Orientale, che ha registrato 55.878 attraversamenti delle frontiere Ue contro i 42.139 del 2017 (+32%), per lo più per via terrestre, e soprattutto meno della metà del Mediterraneo Occidentale, la rotta più battuta l'anno scorso dai migranti irregolari, con circa 57mila arrivi (55.307 via mare contro 21.552, +157%; e 1.337 via terra, nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, in calo del 10%).

Il principale motivo dello spostamento a Occidente delle rotte migratorie che prima passavano per le acque a sud della Sicilia, spiega il direttore di Frontex Fabrice Leggeri, è che "la rotta libica è diventata sempre meno attraente, a causa dei pericoli" che i migranti corrono sia in Libia sia sulla strada per raggiungere il Paese. Di conseguenza, continua Leggeri, "la rotta del Mediterraneo Occidentale è diventata più attraente, perché è più sicura" anche se "attraversare lo stretto di Gibilterra è pericoloso, non è certo facile".

SALVINI - Alla domanda se il ministro dell'Interno Matteo Salvini abbia ragione a rivendicare di aver fermato gli sbarchi di migranti irregolari in Italia, Leggeri ha risposto che "sulla rotta del Mediterraneo Centrale abbiamo visto una prima caduta dei flussi nell'estate del 2017. Nel 2018 il trend si è poi confermato e rafforzato. Abbiamo una buona collaborazione con le autorità italiane".

"Nel complesso - ha detto Leggeri - il numero degli attraversamenti illegali della frontiera ai confini esterni dell'Ue è calato di oltre un quarto rispetto al 2017, il totale è di 150mila arrivi in totale nel 2018. E' il terzo anno consecutivo che i numeri degli arrivi calano. Non siamo nel mezzo di una crisi migratoria ai confini esterni - ha concluso -, ma vediamo che c'è una pressione. Ora non c'è una crisi per gli arrivi irregolari, ma c'è comunque pressione e dobbiamo essere pronti".

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