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Migranti: Open Arms, Casarini 'basta impunità a chi commette reati contro persona'

17 agosto 2019 | 17.06
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Credit: Mich Seixas
Credit: Mich Seixas

di Sibilla Bertollini

"Siamo in presenza di sequestro di persone, di tortura, di violazione di ogni Convenzione internazionale ma soprattutto della Costituzione italiana. Credo che ormai si sia passato ogni tipo di segno: la 'questione Salvini' ormai è di ordine pubblico, come direbbe lui. E noi lo diciamo a lui. Spero vi siano magistrati coraggiosi che affrontino il tema. Ci sono crimini che non possono passare sotto silenzio. L'impunità per chi compie reati gravissimi contro la persona dovrà essere affrontata prima o poi". E' quanto sottolinea all'Adnkronos Luca Casarini, parlando a proposito dello stallo della Open Arms mentre nel frattempo si son mosse le procure. Casarini sarà probabilmente di nuovo capomissione della Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans che sta preparando gli equipaggi per "l'imminente partenza".

Secondo Casarini "va innanzitutto ordinato l'immediato sbarco delle persone sequestrate a bordo della Open Arms e ci metto anche l'equipaggio (non è che questo non stia soffrendo). Le lettere di Conte, la presa di assunzione di responsabilità di tanti paesi europei, la decisione del Tar del Lazio: sono tutti elementi che ci dicono che qualcuno sta bloccando quelle persone. Responsabile è il Viminale nella persona di Salvini". La situazione, insiste Casarini, "è grave", sulla Open Arms "ci sono persone che fuggono da guerra e torture, hanno rischiato un naufragio e i loro diritti sono stati già violati. Finiamola con questo ricatto sulla pelle della persone".

"Siccome di questi tempi il refrain è 'legalità, legalità, legalità', allora facciamo che in nome della legalità chi compie reati gravissimi, crimini contro l'umanità, venga perseguito rapidamente, perché altrimenti può reiterare il reato. Come chi lo sta dimostrando in queste ore", aggiunge Casarini. "Non possiamo aspettare i morti nel Mediterraneo per affrontare una situazione come quella che c'è in Libia, così come non possiamo aspettare i morti dentro le navi per non agire contro uno che compie reati perché è ossessionato" dai migranti.

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