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Migranti, Cei: "Indifferenza Ue grida vendetta davanti a Dio"

14 marzo 2016 | 17.25
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Angelo Bagnasco (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Angelo Bagnasco (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Può l'Europa, culla di civiltà e diritti, erigere muri e scavare fossati?". E' l'interrogativo sulla sorte dei migranti nella Ue che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lancia, aprendo a Genova il Consiglio episcopale permanente della Chiesa italiana, sottolineando che "l'indifferenza globale è qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio".

Bagnasco ricorda che "accanto alle sanguinarie persecuzioni religiose, continua il tragico esodo di migranti e rifugiati che si sono messi in marcia verso il nord del pianeta e bussano alla porta dei Paesi ricchi. Dall’inizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo! Che spettacolo dà di sé l’Europa? - chiede - Dobbiamo confrontarla con i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non può più tornare indietro".

Per il presidente della Conferenza Episcopale italiana, "la vigilanza intelligente è doverosa e le nostre forze dell’ordine ne hanno dato prova anche in questi giorni; la strategia di integrazione non è facile. Ma la Casa europea e le stesse Nazioni Unite stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia?". Quanto all'Italia, "nessuno può negare che il nostro Paese è sempre stato in prima linea, non solo perché è la porta d’Europa, ma soprattutto perché ha mostrato da subito generosità e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali".

Osserva il cardinale Bagnasco: "Davanti a queste tragedie di violenza e di ingiustizia, crescono timori, resistenze e soprattutto l’indifferenza nell’opinione pubblica mondiale. Noi vescovi, insieme alle nostre comunità, ci facciamo eco dei gemiti di tante vittime innocenti; facciamo nostra la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza; e ripetiamo che l’indifferenza globale è qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio".

La Chiesa italiana, assicura il presidente della Cei, "continua a portare il proprio contributo attraverso parrocchie, istituti religiosi, organizzazioni come le Caritas diocesane e gli uffici per i migranti. Le ondate della povera gente, quando riescono a raggiungere le nostre spiagge, sono un continuo spettacolo di dolore, paura, sfinimento: si continua a fare tutto il possibile, cercando anche di aumentare le possibilità di ospitalità".

Con questo spirito, riferisce Bagnasco, "nelle nostre comunità sono circa 45.000 gli immigrati accolti, compresi quanti in questi giorni arrivano a noi attraverso i corridoi umanitari. Ormai, però, è chiaro che si impone la fase dei processi di vera integrazione, processi che richiedono onestà, tempi rapidi, regole, buona volontà e fiducia da parte di tutti".

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