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Migranti, Draghi: "Serve più coinvolgimento Ue. Flussi legali? Risorsa"

03 dicembre 2021 | 10.03
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"Da inizio di quest'anno ci sono stati 63mila arrivi, 6 volte tanti rispetto al 2019. Da soli non possiamo controllare"

Fotogramma/Ipa
Fotogramma/Ipa

Sul fronte migranti, occorre "proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai paesi più vulnerabili e rafforzare i flussi legali che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo alla Conferenza 'Rome Med-Mediterranean Dialogues’. "Pensiamo ai flussi di migranti, che molto spesso hanno origine lontano dal mare, da soli non possiamo controllare i movimenti migratori. Da inizio di quest'anno ci sono stati 63mila arrivi, 6 volte tanti rispetto al 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo, l'Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà", ha continuato Draghi.

"L'Italia sostiene con convinzione il processo di transizione politica e di pacificazione della Libia", ha aggiunto il premier. "La conferenza di Parigi del 12 novembre scorso, co-presieduta da Italia, Francia, Germani, Libia e Nazioni Unite, ha riaffermato l'unità della comunità internazionale intorno a questo obiettivo - ha ricordato Draghi - e ha confermato che solo un processo a guida libica potrà portare a una soluzione piena e duratura della crisi nel Paese".

"Siamo ormai vicini alle elezioni del 24 dicembre, un appuntamento cruciale per i cittadini libici e per il futuro della democrazia nel Paese", ha affermato ancora il premier, rinnovando "l'appello" affinché le elezioni siano "libere, eque, credibili e inclusive. Soltanto così - ha rimarcato - le istituzioni libiche risulteranno solide e legittimate democraticamente. Ciò faciliterà il ritiro dei mercenari e dei combattenti stranieri".

La Conferenza 'Rome Med-Mediterranean Dialogues’ è per Draghi "l’occasione per rafforzare la cooperazione regionale in un’area da sempre fondamentale per il nostro Paese. Il Mediterraneo non è soltanto un mare o, come si diceva un tempo, un’espressione geografica. Oggi, come in passato, è un insieme di legami, sociali, economici, culturali. Grazie a mercanti e marinai, artisti e viaggiatori che, soprattutto nelle città portuali, hanno portato nuove conoscenze e preservato antiche usanze. Idee e identità sopravvissute anche alle guerre e alle divisioni politiche. Il Mediterraneo è un crocevia del mondo".

"Pensate a quanto accaduto lo scorso marzo, quando la nave portacontainer Ever Given ha ostruito il Canale di Suez - ricorda il presidente del Consiglio - In sei giorni, il blocco ha fatto quasi raddoppiare le tariffe globali di spedizione per i prodotti petroliferi. La chiusura di un accesso da e per il Mediterraneo ha avuto conseguenze ovunque".

Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sulla gestione dei flussi migratori occorre "intensificare il dialogo fra Europa, Nord Africa e Sahel". Di Maio ha poi ricordato che "l’impostazione dell’Italia punta a una gestione dei flussi che sia ferma nel combattere quelli irregolari e i trafficanti che ci speculano, ma ispirata a dialogo e cooperazione".

"Una strategia - riafferma Di Maio - votata a principi di solidarietà e responsabilità condivisa, all’interno dell’Unione Europea e nei rapporti con i Paesi di origine, transito e destinazione dei migranti. Anche attraverso lo slancio impresso a livello europeo alla dimensione esterna della cooperazione migratoria, va assolutamente intensificato il dialogo tra Europa, Nord Africa e Sahel. Un dialogo sui flussi di oggi, a cominciare dal tema degli accordi di riammissione, ma anche sulle opportunità di una migrazione circolare che potrebbe contribuire, domani, allo stesso sviluppo dei paesi di origine".

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