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Migranti, Gressani (Le Grand Continent): "crisi Italia-Francia alimentata da dinamiche interne"

10 novembre 2022 | 15.04
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"Meloni e Macron non vogliono escalation, tanti temi di convergenza tra i due Paesi"

Migranti, Gressani (Le Grand Continent):

Sono le "dinamiche interne" sia in Francia che in Italia ad "alimentare questa crisi più che la volontà delle due leadership di Meloni e Macron, che non vogliono arrivare a un'escalation". Questa la chiave di lettura che Gilles Gressani, direttore di Le Grand Continent, rivista di geopolitica, dà in un'intervista all'Adnkronos dello scontro sui migranti tra Italia e Francia provocato dalla vicenda della Ocean Viking.

Secondo Gressani, oggi in Francia quella dei migranti è una questione "particolarmente sensibile" dopo l'episodio pressoché unanimemente percepito come razzista che ha avuto protagonisti all'Assemblea nazionale Gregoire de Fournas, esponente del partito lepenista Rassemblement National (Rn), e Carlos Martens Bilongo, parlamentare del movimento di sinistra La France Insoumise (Lfi). L'episodio ha fatto emergere nel dibattito "la distinzione tra le forze cosiddette repubblicano e l'Rn" con l'immigrazione che è un "elemento di forte differenziazione tra le parti", spiega l'analista, secondo cui in Italia c'è una "doppia gestione" del caso Ocean Viking e anche in questo caso le dinamiche interne hanno fatto salire i toni della polemica con Parigi.

"Da una parte c'è l'adesione alla linea dura della Lega salviniana e del ministero dell'Interno, dall'altra la linea meloniana che non ha cavalcato questa crisi", prosegue Gressani, evidenziando come le tensioni sembrassero sul punto di essere completamente riassorbite dopo il dialogo tra Meloni e Macron a Sharm El Sheikh. L'inquilino dell'Eliseo, sostiene Gressani, per il momento "sembra aver deciso di lasciare il governo esprimersi anche in molto duro, ma lui stesso si riserva di avere questa capacità di negoziazione più informale con Meloni".

Secondo il direttore di Le Grand Continent, tra Italia e Francia "non siamo in un contesto di escalation" e, favoriti anche dal 'fisiologico' rallentamento degli arrivi dei migranti in inverno, i due Paesi potranno nei prossimi mesi lavorare insieme su alcuni temi i cui interessi sono "assolutamente convergenti", dalla riforma del patto di stabilità alla protezione del commercio. Ma questi interessi comuni, precisa, si inseriscono "in un contesto in cui sia Macron che Meloni hanno interesse ad apparire all'opposizione l'uno dell'altra. Stiamo parlando di due leader che hanno entrambi un ruolo forte nello spazio dell'opinione pubblica degli altri Paesi e questo può creare dei cortocircuiti".

Meloni, prosegue, ha l'interesse a "cambiare le regole del gioco" al tavolo europeo ed "elevare il livello delle tensioni senza andare a uno scontro frontale può essere un modo utile all'Italia per far valere i proprio diritti, ma - mette in guardia l'analista - se il governo Meloni viene percepito come un elemento distruttivo" allora questa strategia "rischia di frantumarsi" per questo "l'unico modo che Meloni ha per pesare in Europa è di continuare a essere percepita in una continuità con la strada tracciata da Draghi".

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