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Migranti, Piantedosi: "Selezione ingresso non la fanno trafficanti esseri umani"

16 novembre 2022 | 10.45
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Il ministro dell'Interno nell'informativa al Senato: "In Italia non si entra illegalmente. Scelte basate su tutela dignità persona"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

''L'azione del governo è e sarà sempre ispirata a umanità e fermezza. Non abbiamo nessuna intenzione di venire meno ai doveri di accoglienza e solidarietà nei confronti di persone in fuga da guerre e persecuzioni. Al contempo affermiamo con determinazione il principio che in Italia non si entra illegalmente e che la selezione di ingresso in Italia non la faranno i trafficanti di esseri umani''. Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nell'informativa al Senato sulla gestione dei flussi migratori e sui recenti interventi delle navi di ong nel Mediterraneo centrale.

''Alla base delle scelte adottate c'è una priorità assoluta: la tutela della dignità umana, della dignità della persona'', ha quindi sottolineato.

Governare i flussi migratori è, ''come ha affermato il presidente Meloni'', una di quelle ''sfide epocali che non possono essere affrontate dai singoli Stati, sulle quali è arrivato il tempo che l'Unione europea sviluppi una grande politica per le migrazioni''.

''Al momento sono presenti circa 100mila migranti nei centri di accoglienza nazionale e le prefetture stanno sempre più segnalando una tendenza alla saturazione dei posti disponibili e criticità nel reperimento di nuove soluzioni alloggiative, anche a causa della particolare congiuntura economica'', ha fatto sapere il ministro.

''È un dato certo che le convenzioni internazionali vigenti non stabiliscono a priori quale debba essere il place of safety, né che esso debba coincidere, come talvolta si dice frettolosamente, con il porto più vicino e, conseguentemente, che l'Italia debba farsi carico di tutti i migranti che vengono portati nelle nostre acque territoriali da assetti navali privati perfettamente funzionanti e ben attrezzati e, quindi, senza problemi sotto il profilo della sicurezza della navigazione'', ha sottolineato.

''Al 10 novembre sono state presentate 69.078 richieste di protezione internazionale, ben il 56% in più rispetto al 2021 e sono state emesse 50.048 decisioni pari a circa il 27% in più rispetto al 2021. Il 57% di queste decisioni ha avuto come esito un diniego, mentre il 43% si è concluso positivamente con l'attribuzione delle seguenti forme di protezione: il 13% è stato riconosciuto come rifugiato, il 12% ha ottenuto la protezione sussidiaria, il 18% quella speciale'', ha affermato ancora Piantedosi.

''Dal raffronto tra i dati degli arrivi, quelli di presentazione delle domande di asilo e del loro limitato accoglimento, si desume che la maggior parte delle persone che giungono in Italia è spinta da motivazioni di carattere economico e che quindi non ha titolo a rimanere sul territorio nazionale'', ha detto quindi il ministro ricordando: ''I numeri delle operazioni in mare, per oltre 90.000 ingressi di migranti solo nel 2022, mostrano un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo del 2021, incidendo pesantemente sul sistema di accoglienza nazionale già provato dagli arrivi dall'Ucraina, oltre 172.000 persone accolte in Italia''.

Humanity1

''La nota verbale del nostro ministero degli Esteri ha rilevato che la condotta della nave'' Humanity1 ''non era in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale, sollecitando, pertanto, lo Stato di bandiera a compiere ogni azione necessaria per l'individuazione di un place of safety per i migranti, nell'esercizio dei propri poteri sulle navi''..

Ocean Viking

''Il 3 novembre l'ambasciata del Regno di Norvegia ha negato qualunque responsabilità in ordine alle attività di search and rescue effettuate al di fuori della propria area Sar'' in relazione alla nave Ocean Viking, ha detto Piantedosi.

''A partire dal 22 ottobre, la Ocean Viking ha inviato richieste di place of safety alle autorità italiane, maltesi, libiche, francesi, greche e spagnole e per conoscenza alla Norvegia, Stato di bandiera'', ha spiegato Piantedosi sottolineando che quindi si ''è sollecitata la Norvegia, in quanto Stato di bandiera anche in questo caso, a compiere ogni azione necessaria per l'individuazione di un place of safety per i migranti nell'esercizio dei propri poteri sulle navi''.

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