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Migranti, Rackete: "Dove è finita la nostra umanità?"

24 novembre 2019 | 22.03
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"Ci sono ancora persone che combattono, anche se i riflettori dei media si sono spenti". E' quanto dice l'ex comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete domenica sera a 'Che tempo che fa' per presentare il suo libro 'Il mondo che vogliamo. Appello all'ultima generazione'. In studio anche Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia e Muhamad Diaoune, giovane senegalese e giocatore della squadra di richiedenti asilo e rifugiati, Sant'Ambroeus F.C. di Milano.

"Tornare in Italia è stato importante", perché "sono consapevole, come tutte le persone che lavorano per le organizzazioni non governative, che la lotta e il rischio di morte per queste persone continua anche quando l'attenzione dei media è scomparsa". "La situazione nel Mediterraneo continua e ci sono ancora oggi persone disperate che attraversano dalla Libia e vogliono essere salvate".

"Come cittadina europea sono sempre cresciuta con la fiducia nei governi" prosegue la giovane. "Adesso la situazione è cambiata tantissimo. Oggi quando fai una richiesta in base alle leggi marittime internazionali, invii informazioni alle autorità e telefoni, non ricevi risposta o addirittura ricevi una risposta negativa, che rifiuta di attenersi al diritto internazionale". "Questo mi fa riflettere sulla grandissima disuguaglianza che esiste su questo pianeta. Il fatto che l'Europa sia un continente in pace e non possa accettare neppure poche persone è qualcosa", sottolinea, "che mi fa male in qualità di cittadina europea". "Viene da chiedersi dove sia finita la nostra umanità - conclude - se non possiamo neppure attenerci alle leggi che sono state raggiunte a livello internazionale".

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