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Migranti, raffica di sbarchi a Lampedusa. Barca si capovolge: un morto

19 aprile 2023 | 09.17
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Nuovi arrivi sull'isola. Alarm Phone: "500 a rischio al largo Libia, dicono che stanno affondando"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Raffica di sbarchi nella notte a Lampedusa. Dopo i 209 approdati durante la notte altre due carrette del mare sono stati intercettate a una ventina di miglia dalle coste dell'isola dagli uomini della Capitaneria di porto. Sul primo barchino, lasciato alla deriva, c'erano 34 persone, tra cui 4 donne, sul secondo viaggiavano in 38, tra cui 9 donne.

Tutti dopo il trasbordo sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera sono sbarcati al molo Favaloro. Sono, invece, stati bloccati direttamente a terra, sul lungomare nei pressi del porto nuovo quattro tunisini, tutti uomini. Ai militari della Guardia di finanza che li hanno rintracciati hanno detto di essere partiti nella notte da Monastir. L'imbarcazione usata per la traversata è stata sequestrata.

Dopo un primo triage sanitario anche per gli ultimi arrivati a Lampedusa è stato disposto il trasferimento nell'hotspot di contrada Imbriacola, in cui si trovano al momento circa 650 ospiti. Stamani 130 hanno lasciato il centro per essere imbarcati sul traghetto di linea che in serata giungerà a Porto Empedocle.

Durante le operazioni di soccorso un barchino si è capovolto e per un uomo, finito in mare, non c'è stato nulla da fare: i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani. Tra i migranti finiti in mare anche una bimba di 4 anni. La piccola, recuperata dagli uomini della Capitaneria di porto è stata condotta nel Poliambulatorio per ricevere le necessarie cure. Adesso è fuori pericolo e sta bene.

Intanto un nuovo sos arriva dal Mediterraneo centrale. A lanciarlo per un barcone con 100 persone a bordo al largo delle coste libiche è Alarm Phone. "Questa mattina siamo stati chiamati da 110 persone su un gommone. Hanno detto che la loro barca sta affondando e temono il peggio". L'ong fa sapere di aver provato a segnalare il caso alle autorità. "Finora, non siamo riusciti a contattare al Guardia costiera libica su nessuno dei loro numeri. Serve un soccorso ora".

55 su Life Support a Marina di Carrara

E' iniziato questa mattina al porto di Marina di Carrara lo sbarco dei migranti dalla Life Support. A bordo della nave di Emergency ci sono 55 persone, soccorse il 15 aprile scorso nel Mediterraneo centrale. Arrivano da Costa d'Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Nigeria, Palestina, Sudan, Somalia. Dopo un primo triage sanitario a bordo della nave effettuato dal personale dell'Usmaf i primi a lasciare la nave umanitaria sono tre donne e tre bimbi dai 2 ai 7 anni. A seguire anche i tre minori che hanno affrontato la traversata del Mediterraneo da soli. Dopo lo sbarco i migranti saranno accompagnati nel polo fieristico di Carrara per le procedure di identificazione e successivamente trasferiti nei centri di accoglienza.

Arrivano da Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Nigeria, Palestina, Sudan, Somalia. "Quando ci siamo avvicinati, abbiamo trovato un’imbarcazione in condizioni di grave pericolo – ha spiegato Albert Mayordomo, soccorritore della Life Support –. Era così sovraccarica di esseri umani che molti viaggiavano a cavalcioni sui tubolari. L’odore di benzina era fortissimo, nonostante fossimo all’aria aperta. I loro corpi erano impregnati di benzina, molti avevano ustioni sulle gambe e contusioni dovuti alle condizioni del viaggio".

Tra loro anche una ragazza nigeriana di 24 anni, rimasta per tre anni in Libia. Per due volte aveva provato a scappare, ma era stata intercettata dalla Guardia costiera libica e riportata indietro. "Ci ha raccontato di essere rimasta per tre anni in uno stanzone con migliaia di persone - dice Roberto Maccaroni, responsabile sanitario a bordo di Life Support -. E' stata torturata, le hanno rotto un braccio, è stata violentata, ha visto persone morire vicino a sé. Più volte durante il racconto si è interrotta in un sussulto di pianto. Le abbiamo detto che se non voleva andare avanti poteva interrompersi. Lei, invece, ha voluto proseguire dicendoci che era importante che raccontasse la sua storia perché noi la raccontassimo a nostra volta. 'A voi ascolteranno', ha detto". "Nel Mediterraneo, siamo testimoni della vera emergenza migranti: non gli arrivi in Italia, ma le persone che muoiono in mare, in media una ogni 4 ore. È come se il Mediterraneo fosse una zona di guerra", conclude Emanuele Nannini, capomissione della Life Support.

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